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Cibo e dintorni

Serie tv sul cibo: ve ne diciamo cinque da non perdere (e una sesta è in arrivo)

10 Agosto 2024
Un’immagine tratta dalla serie tv “High on the Hog” Un’immagine tratta dalla serie tv “High on the Hog”

The Bear più che una serie tv, è stato un sisma, una scossa tellurica agli stereotipi ed alla narrazioni classiche, del cibo in tv, anche sulle piattaforme di streaming. 

Prima di The Bear, l’immaginario del food streaming era dominato dalle patinate, ma non prive di fascino, stagioni di Chef’s Table, un tipo di narrazioni con piatti spettacolari e ristoranti affascianti, ma in cui il vissuto dei protagonisti tendeva a rimanere, (quasi) sempre ai margini dello script. 

Forse The Bear è la serie che ha saputo raccontare, faceva fatica a trovare la vita dello schermo e della narrazione mainstream, il mondo del cibo non da dentro ma da dietro, il backstage, quello avviene prima che il piatto esca dal pass, o addirittura prima che il ristorante apra, ovviamente non è sempre stato così. 

The Bear registra uno iato, anzi Lo iato che per il mondo della ristorazione è stata la pandemia, l’evento pandemico infatti ha cambiato per sempre il mondo del food, il modo di viverlo, e di conseguenza il modo di raccontarlo. 

La prima stagione della serie creata da Christopher Storer, raccoglie virtualmente il testimone di quel Kitchen Confidential per arrivare ad un successo mainstream, nemmeno inizialmente immaginabile, diventando un fenomeno di costume. 

Con The Bear, abbiamo scoperto, (ma alcuni di noi già lo sospettavano) che le persone che ogni sera rendono la nostra vita se non migliore più carina, confezionando per noi cibo, sono persone reali, con vite storie, sogni, sconfitte, amori, incubi, insomma le cose tipiche di tutti gli esseri umani, anche di quelli che fanno lavori “normali”. 

Forse, senza la pandemia, questa grande occasione di analisi collettiva a cui le food People sono state obbligate di colpo, non ci sarebbe stato The Bear o forse ci sarebbe stato ma sarebbe stata l’ennesima serie minore, di nicchia, da listare per darsi un tono nelle bio di Tinder, vista solo da chi nel food ci lavora, o visto che si parla del post pandemia, sarebbe più giusto dire chi ci lavorava, chi se lo ricorda Feed the Beast>?

Invece no, tra libri che solo perché si vedono in una scena della serie diventano best seller (uno è tradotto di recente anche in italiano), e articoli che vi aiutano a recuperare la maglietta originale indossata dallo chef Carmy> (spoiler costa 150 dollari, che per una maglietta bianca, di questi tempi non è proprio pochissimo), The Bear è arrivato nella vita di quelli che i ristoranti li avevano visti solo dalla parte di chi si siede al tavolo ed ordina i piatti. 

Nella spasmodica attesa che Disney + renda finalmente disponibile anche nel nostro Paese la terza e attesissima stagione della serie, (si parla di grandi ospiti, e nuovi personaggi), cosa che dovrebbe avvenire il 14 agosto, vi consiglio qui, cinque food show in streaming, che possono aiutarvi ad ingannare l’attesa, e perché no, forse anche ad emozionarvi:

Parts Unknown: non si può parlare di Cibo sullo schermo, grande o piccolo che sia senza parlare di colui che il racconto del backstage del cibo l’ha inventato, Anthony Bourdain, che col suo Parts Unknown ci ha portato in giro per il mondo a tentare di capire, il cibo, la sue storie, e la sua (geo)politica, dall’Islanda alla Malesia, passando per il Vietnam dove si siede con Obama, ogni stagione sarebbe da recuperare con un meritato binge watching nelle notti di calura estiva. (Apple TV)

SweetBitter, se The Bear ha avuto un vero antenato, beh questo è senza dubbio Sweetbitter, la serie, cassata dopo la seconda stagione, figlia di un interessante romanzo, tradotto in italiano col titolo un po’ forviante “Il Sapore dei desideri”, meravigliosa immersione nell’alta ristorazione newyorkese, storia, in soggettiva di una giovane cameriera, tra flirt col bar tender, e magiche Eno-scoperte, uno spaccato, romantico e divertente sulla vita dei food workers, una gemma da riscoprire. (Prime Video)

Stanley Tucci: Searching For Italy: si fa presto a dire non è come Anthony, nessuno potrà mai esserlo, ma Stalney Tucci ha stile da vendere, e deve la sua fama di attore, anche, a un meraviglioso film a tema ristorazione che vi consiglio di recuperare: Big Nite>. Sarà che l’Italia è così bella, e che lui seppur in modo molto “americano” ha tanta voglia di raccontarla, e di piatti, paesi e storie bellissime è così facile trovarne in questa strana nazione a forma di stivale, ma lo show funziona, sarà patinato forse, non una miniera di colpi di scena, ma che fame e quanta bellezza, come lo ha definito il Daily Telegraph: Delizioso. (Prime Video). 

High on Hog. I più reazionari di voi mi accuseranno di avere inserito questa serie in quota DE & I>, invece questo show è semplicemente, bellissimo, nuovo e interessante, perché come tutti i grandi racconti sul cibo, è in realtà il racconto di un mondo e di una società quella americana, che forse noi qui, ancora fatichiamo molto a capire. L’host il presentatore, chef e sommelier Stephen Satterfield, ci accompagna con un approccio molto ego-free (in questo molto diverso da Bourdain e da Tucci) in un viaggio tra le radici black della cucina statunitense, tra l’Africa, e il soul food degli stati del sud US. Si parla anche tanto di storia, e inevitabilmente di schiavitù, ma c’è tanta tanta gioia, quella che solo certi comfort food condiviso con gente che ti somiglia sanno dare. Uno Show da recuperare, in fretta. (Netflix)  

Chef’s Night Out. Quasi nessuno se lo ricorda ma questo show composto da tanti micro episodi ci meno di 15 minuti è stato innovativo in modo pazzesco, come del resto sapeva essere Vice al suo meglio, (ci mancherà Vice quando sarà sparita del tutto, ci siamo scordati, forse troppo in fretta quanto è stato bello, nuovo e divertente averla avuta). L’idea era semplice prendi uno chef nella sua serata libera gli dai un van una carta di credito, e gli dici di scegliere 4 amici con cui andare a mangiare e bere nei locali che gli piacciono, e a mezzanotte si torna tutti al ristorante per festeggiare con altri amici con piatti da fame chimica, e per assorbire l’alcol, dentro il ristorante chiuso. Notturno, saporito e divertente questo show ci regala istantanee su luoghi, ristoranti e persone bellissime, (e sì ce n’è anche uno dove sul van c’è Antony Bourdain inutile dire che fa male al cuore vederlo, da Bangkok a città del Messico, passando per Parigi (bellissimo l’episodio con lo chef italiano expat Simone Tondo), si ride, si mangia, si beve (tanto) e si sogna (ancora di più), per uno show che trovate gratis su YouTube. Mi sembra parecchia, carne al fuoco. (YouTube)

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