Mozzarella di bufala, burrata e stracciatella: ecco i formaggi più consumati dai francesi. E sono tutti italiani. Sei francesi su 10 li indicano come i preferiti da mettere in tavola, seguiti a distanza da quelli olandesi e spagnoli.
È quanto emerge dai dati dell’Osservatorio economico sulla mozzarella di bufala campana Dop, strumento ideato dal Consorzio di Tutela in partnership con Nomisma e UniCredit.
“Ben il 90% dei francesi intervistati identifica l’Italia come uno dei principali Paesi di provenienza dei formaggi stranieri di maggiore qualità. Questo conferma ulteriormente la leadership del Made in Italy nel settore caseario a livello internazionale”, dice il ricercatore Fabio Benassi. L’Italia è il principale esportatore di formaggi e latticini in Francia, con una quota sull’import a valore del 34% (i Paesi Bassi seguono con un peso del 19%). E dal 2018 al 2023 il valore è cresciuto dell’80%, sfiorando 1 miliardo di euro. La mozzarella di bufala campana vede proprio nella Francia il principale paese di destinazione per l’export con una quota pari al 29%.
Secondo Nomisma, in Italia la mozzarella di bufala campana Dop si rivela il formaggio a pasta filata che piace di più agli under 18: il 40% dei genitori afferma che la bufala è il formaggio a pasta filata preferito dei propri figli (contro il 37% di quella vaccina, 8% della stracciatella e 6% della burrata). Un gradimento crescente per la Bufala Dop, tanto che ben l’84% dei consumatori nazionali continuerebbe ad acquistare mozzarella di bufala campana anche se costasse di più e addirittura il 35% continuerebbe a comprarla anche se il prezzo aumentasse di 1 euro per ogni confezione da 200/250g. I motivi del successo? Il prodotto Dop rispetto a quello non Dop è percepito come di maggiore qualità (lo pensa il 73% dei consumatori), più sicuro e controllato (66%), più buono (62%), capace di tutelare il benessere animale (43%). Sicurezza e tutela: sono queste le caratteristiche che secondo il consumatore distinguono la mozzarella di bufala rispetto agli altri formaggi a pasta filata.
Il 31% dei francesi intervistati prevede un aumento dei consumi di mozzarella di bufala nei prossimi anni, sia in casa che fuori casa. Tramite incremento della conoscenza e consapevolezza nel consumatore e ampliamento degli assortimenti, Nomisma stima che “si attiverebbe una nuova potenziale consumer base del 45% degli attuali non users”.
Il futuro anche in Italia fa ben sperare: nei prossimi 2-3 anni 1 consumatore su 4 prevede di aumentare i consumi di Mozzarella Dop, soprattutto gli under 30. Le certificazioni “green” (bio, benessere animale…), insieme a un packaging sempre più sostenibile, sono gli elementi che potrebbero essere dei fattori incentivanti per aumentare i consumi nei prossimi anni, secondo il 21% del campione.
Nonostante nel 2023 le esportazioni della Mozzarella di Bufala Dop risentano di un leggero calo dettato dallo scenario internazionale, attestandosi al 38,3% delle vendite totali (erano il 40,1% nel 2022), la produzione è rimasta sostanzialmente invariata rispetto al 2022 (55.588 tonnellate di mozzarella Dop, -0,4%). Nel primo trimestre 2024 si assiste a una diminuzione del 3,8%, dovuto alle difficoltà dei mercati e all’inflazione, “che seppur in calo – avverte Nomisma – sta pesando sulle tasche degli italiani e si riflette negli acquisti”. Si registra, invece, nello stesso primo trimestre 2024, un aumento del 3,3% di latte idoneo alla Dop, con il rischio di uno squilibrio della filiera, come segnalato nel report. Nell’area di produzione, infatti, come risulta dalla Banca dati nazionale, sono presenti 196.369 bufale in lattazione. I caseifici non riescono a trasformare in mozzarella tutto il latte prodotto, per cui ad oggi si registra un esubero di latte idoneo alla Dop di oltre 110 milioni di chilogrammi, che rappresenta un nodo da affrontare per il futuro della filiera.
“La fotografia scattata dall’Osservatorio ci mette di fronte alle tante sfide da affrontare. Viviamo un periodo molto complesso, caratterizzato da una forte resilienza del comparto, che si trova di fronte alle difficoltà dettate dal contesto internazionale e dalla crisi dei consumi delle famiglie italiane, che hanno dovuto fare i conti con il caro-carrello”, dichiara Domenico Raimondo, presidente del Consorzio di Tutela e aggiunge: “Siamo riusciti a contenere i danni, ma i campanelli di allarme devono spingerci a programmare bene il futuro, a delineare strategie efficaci per affrontare i rapidi cambiamenti in atto. Dobbiamo far leva sulla voglia di mozzarella di bufala campana Dop che continuiamo a registrare nel mondo, ovunque andiamo con le nostre attività. E sento un particolare orgoglio rispetto al successo che la Bufala Dop ottiene in Francia, Paese dalla grande tradizione casearia, dove noi svettiamo nelle preferenze. Questo è il modello da seguire e incentivare”.