Hygge a Milano ormai lo conosciamo tutti, un locale icona dell’ospitalità tipicamente nordeuropea diventato famoso per colazioni e brunch. Antesignano dell’ondata danese (principalmente) nel capoluogo meneghino, Hygge è un locale dove il verbo “stare” è assoluto protagonista.
Oltre alle sopracitate proposte, i titolari Donato e Matteo Salcito hanno deciso di inserirsi recentemente nella mischia dei locali aperti per cena e noi siamo andati a provare la nuova offerta gastronomica pensata per la fascia serale. Sicuramente possiamo definire Hygge un bistrot senza fronzoli, non un locale come tanti ma dall’identità ben definita. Il menu è infatti breve, diretto, essenziale. Troviamo quattro bites, sei proposte denominate main con quattro relativi sides e due proposte dolci. Cucina di stagione e grande lavoro sul singolo ingrediente saltano subito all’occhio: un protagonista con i relativi ingredienti di contorno che lavorano per esaltarlo. Accompagna la carta una selezione di vini naturali e biologici provenienti dalla Toscana, dalla Sicilia, dal Veneto, dal Piemonte e dal Friuli-Venezia Giulia, senza dimenticare la Francia. In alternativa, una nuova proposta di cinque cocktail analcolici (mocktail) realizzati in casa; che subito ci dimostrano il grande lavoro che viene fatto da Hygge. Non le solite bevande no-alcol per accontentare anche chi non beve, ma cocktail nel senso primo del termine. Frutta e verdura di stagione miscelata con criterio. Grandi prodotti insomma, fin da subito.
Il primo bite che abbiamo assaggiato è stato Topinambur, con fondo di arancia, rafano e bottarga. Un piatto perfetto; perché nella sua esecuzione ritroviamo quello che è il pensiero con cui è stato concepito. Il tubero viene utilizzato per donare una consistenza fondente nella sua lavorazione principale, una consistenza croccante quando ne vengono fritte le bucce. Lo sprint è dato dal rafano, e la parte salina dalla bottarga.
Gli inizi dicono tanto di un ristorante, di un locale. Dall’inizio spesso si capisce come andrà una cena. La vera riflessione però, dopo aver mangiato il Carciofo con miso e vaniglia, e la Razza, alla brace con pesto di rucola, mi sovviene mentre sto mangiando il Socarrat di pasta e patate. Quest’ultimo piatto, buonissimo, ben presentato e gustoso, mi ha fatto pensare: ma cosa ha di meno di un piatto che mangio in un ristorante stellato? La verità è che non potremmo mai dare la stella a un locale come Hygge, in Italia. Questo piatto però, lo scambierei con almeno 200 piatti che ho mangiato in altrettanti ristoranti che si possono fregiare dei più importanti riconoscimenti a livello nazionale e internazionale. Locali di questo stampo, all’estero, possono entrare nella più importante guida gastronomica. Qui no, ed è un dato di fatto. Non siamo ancora pronti.
Quando Donato, uno dei due proprietari del locale, mi ha chiesto come andasse, ho risposto esattamente con questa riflessione. Il piatto è fatto con tutti i crismi del caso. Bisque, lardo, pasta e patate come da tradizione. E’ quel classico piatto che in un locale più altisonante descriveremmo come un capolavoro della nostra cultura gastronomica sapientemente rivisitato dallo chef, che lo ha rivisto in chiave moderna. Qui lascio riflettere tutti voi quindi, chiedendoci quale strada vogliamo prendere, per sostenere la nostra storia gastronomica.
Hygge
via Giuseppe Sapeto, 3 – Milano
hyggemilano@gmail.com
Orari: lunedì 10-15,30; mercoledì, giovedì e venerdì 10-15,30; 19,30-23; sabato e domenica 10-16
Chiuso: martedì
Ferie: variabili
Carte di credito: tutte
Parcheggio: no