Un’enologa mancata la nuova export manager di Planeta. Giulia Bettagno (nella foto) ha, da poco più di un mese, preso l’incarico di seguire le etichette Planeta nell’area baltica, nell’Est Europa, Scandinavia e parte della Germania.
Nonostante la giovane età, solo 29 anni, la manager veronese vanta tre anni di assistenza al reparto commerciale per la Germania maturati presso la Zonin. Come tutti i figli d’arte, la Bettagno era predestinata a questo mondo, con un nonno che commerciava vino e un papà enologo.
Quella in Sicilia è la sua prima esperienza personale, anche se con l’Isola ha un legame speciale che coltiva sin dalla sua tenera età. Ecco come si racconta la manager.
Da poco arrivata in Sicilia, come mai questa scelta?
Avevo voglia di fare una nuova esperienza, di rimettermi in gioco. Alla Zonin ho trascorso tre anni importanti, umanamente e professionalmente parlando, poi ho deciso di intraprendere questa esperienza. Il cambiamento, a volte, può essere positivo. La Sicilia è una terra affascinante a cui in un certo senso da sempre sono stata legata. Papà ha lavorato come consulente del vino negli anni 70 in Sicilia, da piccolina attendevo sempre il suo ritorno da questa terra. Venire in Sicilia mi ha ripotato a quando ero bambina, quando aspettavo il suo rientro dall’Isola.
In un certo senso suo padre le ha passato il testimone.
Si, in un certo senso. Ma da lui ho anche ereditato la conoscenza del vino e la sensibilità sensoriale per valutarlo. Sono infatti un’enologa mancata, chissà che in futuro non lo diventi.
Quando ha cominciato a manifestare la passione per il vino?
Sin dai primi anni, mi è venuta in modo naturale. Il primo Vinitaly l’ho fatto a due anni, accompagnavo papà. E già a quell’età impazzivo per il Recioto. Mi raccontano che a tavola rubavo i bicchieri altrui, con la disperazione della mamma. Era dolce, mi piacevano i suoi profumi.
Il vino del cuore?
Il Riesling su tutti. Durante gli anni trascorsi in Germania ho avuto modo di assaggiare tantissime etichette, di conoscere produttori, territori. Amo berlo. Anche al calice da solo. Poi lo abbino a piatti di pesce, soprattutto ai crostacei. Ce ne sono tanti che mi piacciono. Per esempio il Joh Jos Wehlener Sonnenuhr Riesling Spätlese 2007. Nel cuore porto poi i vini della mia terra, come l’Amarone.
Tra i vini che la appassionano trovano posto quelli siciliani?
Mi piacciono il Cerasuolo di Vittoria e il Dorilli di Planeta ma in generale tutti i Cerasuoli che producete. Lo trovo un vino fresco, questo blend con frutto spiccato mi piace moltissimo. Adoro lo Chardonnay siciliano, quello di Planeta. Sono interessanti le molte varietà di Nero d’Avola che avete.
Trova la Sicilia forte all’estero dal punto di vista commerciale?
La Sicilia è un territorio ricchissimo, dal punto di vista delle tradizioni culinarie. Il vino tecnicamente c’è se lo compariamo a quello che veniva fatto 20 anni fa. Adesso ha la sua personalità, ci sono tanti professionisti che fanno vini eccezionali che hanno il loro peso. All’estero andiamo a vendere del vino ottimo. Quando si ha la qualità e l’azienda lavora bene si hanno risultati, nonostante il periodo che stiamo vivendo. La Sicilia non è seconda a nessuno.
Come rispondono i mercati che segue, sono sbocchi sicuri?
In questo momento stiamo crescendo più velocemente in Brasile, India, Cina e Russia. Nei paesi di tradizione vinicola più consolidata, come la Germania, si cresce ma non a quella velocità. Sono ottimista sui dati che arrivano dal Nord Europa. Per esempio nell’Est Europa ci sono sbocchi interessanti, dove bisogna investire tempo e a mio avviso daranno risultati.
Quanto incide il brand e quanto il vino siciliano stesso all’estero?
Planeta è un brand fortissimo ovunque nel mondo, lavora all’estero da moltissimi anni. Parliamo nel mio caso di mercati dove la cultura di vino è meno matura, qui ancora di più il brand Planeta è determinante. La Sicilia comunque sta diventando più conosciuta più apprezzata, più visitata anche.
Secondo lei qual è il trend di consumo all’estero?
Le bollicine e gli spumanti in generale nel mondo hanno un trend sempre più importante. Ma all’interno della gamma Planeta è difficile però stabilire cosa piace di più. I gusti si spalmano su tutte le tipologie. Noto che la tendenza è quella di ricercare vino con meno legno. Penso poi, al riguardo, che alcune tipologie siciliane stanno in piedi da sole, non hanno proprio bisogno del legno.