di Christian Guzzardi
Una storia imprenditoriale di successo nata quasi per caso. Una famiglia, due generazioni diverse, una passione comune per i vini di qualità e per il piacere della scoperta.
Dal 1984 l’Enoteca Collovà di Capo d’Orlando in provincia di Messina è un punto di riferimento in Sicilia, e non solo, per gli amanti del vino. Abbiamo intervistato Fortunato e Roberto Collovà, padre e figlio, alla guida dell’enoteca e esponenti siciliani di Vinarius, l’associazione delle Enoteche Italiane. “La nostra famiglia – racconta Fortunato – da sempre ha lavorato nel mondo del commercio, vendevamo frutta e verdura all’ingrosso. Nel 1984, quando mio padre ha lasciato l’attività, abbiamo avuto voglia di realizzare qualcosa di diverso. Abbiamo cominciato con un piccolo negozio di alimentari ed ortofrutta per diventare, qualche anno dopo, un’enoteca alla buona”. Una piccola attività divenuta col tempo una delle realtà più importanti della Sicilia grazie ad anni di ricerca e formazione: “Tutto è cambiato – racconta Collovà – quando è subentrato mio figlio Pietro. Abbiamo stravolto l’attività convertendola in un’enoteca di qualità e realizzando anche una salumeria specializzata. Sono iniziati allora percorsi formati e continui viaggi alla scoperta di vini e territori. Oggi vantiamo una selezione di oltre 2000 etichette e importiamo da tutto il mondo, in modo particolare dalla Francia”.
Un’offerta molto ampia e variegata caratterizzata da una grande attenzione nei confronti del cliente: “Abbiamo in esposizione circa 900 etichette, le altre vengono accuratamente custodite in magazzino a temperatura controllata. È nostra abitudine aprire ogni tipologia di bottiglia, quando serviamo alla mescita non abbiamo preclusioni”. Una scelta di qualità per un pubblico attento e ricercato. Uno dei punti di forza è lo champagne. Tantissime maison rappresentate. Di alcune poi i Collovà sono distributori. Una passione che nasce un po’ di anni fa. E che oggi dà i suoi frutti. Tra le passioni più recenti i vini dell’Etna di cui Collovà è conoscitore ed estimatore: “Oggi l’Etna è una bella realtà e non è ancora esplosa come potrebbe. C’è ancora tanto da imparare e per questo andiamo sempre in giro per degustare i vini che provengono da quel territorio. È un successo che si deve soprattutto alla qualità espressa e alle caratteristiche del territorio ma anche alla professionalità di chi li produce. Non a caso sull’Etna sono arrivati anche i produttori dal resto della Sicilia e dal resto dell’Italia. Fortunatamente si tratta di territori dalle dimensioni limitate e questo dovrebbe escludere che possa avvenire un’inflazione dell’offerta come è già avvenuto in passato con altre realtà, penso per esempio a quanto è accaduto col Nero d’Avola in Sicilia dopo il Duemila”.
Una passione e un’attenzione che lascia pensare che il vino del cuore di Fortunato Collovà sia siciliano: “Come tutti il primo vino che ho degustato è stato un vino fatto in casa, ma il mio vino del cuore è il Montepulciano d’Abruzzo. Ai tempi in cui non mi occupavo ancora di vino, mi trovai vicino Pescara senza la possibilità di caricare frutta e ortaggi. E così pur di non tornare a casa a mani vuote tornai a Capo d’Orlando con una piccola quantità di bottiglie abruzzesi. Andarono a ruba e così inizio la mia avventura con il vino”. Da allora Fortunato e Roberto Collovà ne hanno percorso di strada. Determinante è stato anche l’incontro con Vinarius, l’Associazione delle Enoteche Italiane costituita nel 1981 con lo scopo di promuovere e valorizzare l’enoteca e di tutelare il ruolo dell’enotecario come professionista e divulgatore del vino e del mondo che ad esso sta intorno. “Credo – dice Fortunato Collovà – che chiunque gestisca un’enoteca dovrebbe associarsi. Non si tratta di un gruppo d’acquisto, ma di un’associazione di professionisti che offre la possibilità di conoscere tanti territori e cantine. Ogni anno si svolgono circa dieci stage in giro per l’Italia, occasioni in cui non solo si degustano i vini ma si visitano anche i vigneti. È un vero peccato che la Sicilia non ospiti iniziative di questo genere. Sarebbe molto importante portare gli enotecari sull’Etna come facemmo dieci anni fa a Marsala. Purtroppo c’è una scarsa collaborazione ma noi siciliani, si sà, abbiamo tante potenzialità che non sappiamo sfruttare al meglio”.
Tra le attività di Vinarius c’è anche quella di farsi portavoce delle istanze degli enotecari con le istituzioni. Recentemente il presidente di Vinarius, Andrea Terraneo ha firmato una lettera aperta per il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a fronte della pubblicazione del nuovo DPCM entrato in vigore lo scorso 16 gennaio 2021. Il decreto vieta espressamente la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica e analcolica da parte di tutti i negozi specializzati dalle ore 18, lasciando invece libertà di vendita alla Gdo. “Le parole di Terraneo mi trovano totalmente d’accordo – commenta Collovà -. Come lui stesso ha scritto questo provvedimento compromette il fatturato giornaliero in uno scenario che ci vede già molto penalizzati. È un’assurdità che ci discrimina senza alcun motivo. In Italia ci sono tante piccole realtà che non hanno la forza per resistere. A questo punto anche la grande distribuzione organizzata dovrebbe fermarsi con la vendita degli alcolici dopo le 18, così come è stato imposto a noi”.
Una decisione, presa all’indomani delle festività natalizie e di fine anno, che rischia di compromettere un periodo già molto complicato per gli operatori di settore: “Fortunatamente non abbiamo avuto grandi perdite in enoteca. Siamo riusciti a lavorare grazie a una buona comunicazione sul web e al fatto che il nostro assortimento non è stato ridimensionato. Tuttavia la salumeria e l’offerta di prodotti tipici ha subito uno stop rilevante e non sono arrivati i consueti ordini di regalistica aziendale, così come la scorsa estate si è quasi del tutto annullato il rifornimento delle cambuse nel porto di Capo d’Orlando”. Uno scenario presente e futuro di certo non privo di ombre. A tal proposito Roberto Collovà, dal 2000 al fianco del padre nell’attività di famiglia, dice: “Al momento c’è molta incertezza. Assisteremo purtroppo ad una dolorosa cernita degli operatori del settore, ce la faranno solo quelli che punteranno sulla qualità e sulla professionalità e che saranno in grado di comunicare al meglio il proprio lavoro”.
E alla domanda su come si immagina il lavoro dell’enotecario nel prossimo futuro, risponde: “Nonostante tutto resto ottimista. Credo che la chiave di tutto sia ancora la passione affiancata alla formazione. Noi siamo tecnicamente dei commercianti, compriamo e rivendiamo vino, ma senza questi due elementi non potremmo andare lontano. Per questo ritengo fondamentale l’adesione a un’associazione come Vinarius che dà la possibilità di formarsi e confrontarsi offrendo una prospettiva molto più ampia sul mercato e sui gusti dei consumatori. Oggigiorno, a maggior ragione dopo l’emergenza che stiamo vivendo, è di vitale importanza conoscere quello che vendiamo e questo perché ogni bottiglia ha una storia. Conoscere un terroir, un’azienda o una famiglia che produce il vino, così come la storia di un territorio, non solo ci consente di sapere a chi diamo i nostri soldi ma soprattutto ci permette di trasferire al cliente il valore di una bottiglia”.
Enoteca Collovà
Via Umberto, 59 – Capo d’Orlando (ME)
T. 0941 901272
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