di Giorgio Vaiana, Verona
E’ soddisfatto Giovanni Mantovani, direttore generale di VeronaFiere.
Lo becchiamo in giro per i padiglioni e l’occasione è propizia per chiedergli un bilancio di questa tre giorni del Vinitaly Special Edition nella insolita versione autunnale. “Un appuntamento storico – dice Mantovani – I dati e il sentiment dei produttori sono positivi. Così come i numeri, davvero confortanti”. In questi tre giorni sono stati oltre 12 mila i professionisti che hanno affollato i tre padiglioni allestiti da VeronaFiere. “Stiamo parlando di buyer italiani e internazionali – prosegue Mantovani – e spiccano soprattutto quelli provenienti dai paesi in cui storicamente è forte l’export dei vini italiani, come Stati Uniti, Canada, Russia e Germania. Non sono mancate le sorprese con Svizzera, Est Europa, paesi balcani, Cina anche se non ai livelli a cui siamo abituati e dal Regno Unito”. Intanto i vertici sono già al lavoro per la versione “normale” che tornerà dal 10 al 13 aprile 2022 nella versione ormai conosciuta e consolidata: “Siamo già proiettati alla prossima edizione, quella del rientro al cento per cento alla normalità – prosegue Mantovani – ma è chiaro che faremo riferimento anche alle esperienze maturate in questi tempi difficili causati dalla pandemia”. A cominciare da OperaWine, “ma anche dagli altri eventi – dice il direttore – Da un lato ci sono gli operatori che hanno esigenze di avere contatti diretti con i buyer, ma dall’altro lato c’è anche voglia di accogliere gli appassionati e i consumatori. L’edizione del 2022 sarà migliorata tantissimo sotto tutti i punti di vista”. Sulla proposta del “doppio-Vinitaly” fatta dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Mantovani dice: “Abbiamo altre fiere all’estero con un calendario molto fitto – dice – Un eccesso di eventi fieristici non credo giovi ai produttori italiani”.