Felicissimo per il ritorno nella sua naturale collocazione temporale.
Giovanni Mantovani, direttore generale di VeronaFiere, taglia simbolicamente il nasto di questa edizione della fiera veronese senza dimenticare i due anni bui e difficili della pandemia. “Due anni fa siamo rimasti fermi, l’anno scorso una edizione specialissima – dice Mantovani – Adesso torniamo nella sua collocazione temporale perfetta e questo non può farmi piacere”. Per Mantovani “Vinitaly è il brand ombrello del vino italiano più conosciuto al mondo. Questo è un dato di base oggettivo su cui costruire le trame comunicative e di marketing in favore del made in Italy. In questa edizione abbiamo lavorato moltissimo per garantire il record di buyer provenienti da Stati Uniti e Canada. Un record non solo numerico, ma anche qualitativo, frutto di una selezione importante realizzata con Ice del peso dei singoli operatori che sono oggi a Verona. Riguardo al mercato Nordamericano, il settore dovrà rinnovarsi in termini di posizionamento, marketing, comunicazione ma anche di prodotto. È una sfida, una delle tante, che il vino italiano saprà gestire nel migliore dei modi”. Poi le tante novità per le prossime edizioni di Vinitaly. Perché conoscendo il direttore generale, starà già pensando alle prossime edizioni: “Non dimentichiamo che all’interno del Vinitaly c’è anche Sol&Agrifood – dice – E per questo salone che rappresenta tantissime eccellenze del Made in Italy, stiamo pensando ad una sua collocazione “isolata” dal Vinitaly. Una fiera tutta dedicata, soprattutto al mondo dell’olio extravergine di oliva”.
G.V.
