di Federico Latteri
Dopo due anni di stop si riparte, finalmente torniamo tutti al Vinitaly.
Questa edizione è di sicuro una delle più attese. Abbiamo una voglia grandissima di “normalità”, di fare gli assaggi negli stand, di vederci, di discutere con i produttori. I miei consigli sui vini da degustare individuano un percorso fatto di esperienza vera. Non necessariamente novità a tutti i costi, ma il piacere di bere qualcosa di buono e originale, di conoscerne la storia, i contenuti, magari attraverso il racconto di chi è quotidianamente in vigna e in cantina.
Christian Bellei Millesimato Brut – Cantina della Volta Pad. 1 Stand B5-C3, Pad. 3 Stand E5
Un metodo classico capace di sorprendere anche il degustatore più incredulo per la sua eleganza, elemento che in genere non è di facile riscontro quando si parla di uve Lambrusco. Freschezza, finezza e sottile cremosità vi conquisteranno.
Greco di Tufo Torrefavale – Cantine dell’Angelo Pad. B Stand D1-E3
“Il vino somiglia a chi lo fa”. Una frase sentita tante volte. Ma sarà vero ? Cosa vuol dire in realtà ? Il Torrefavale di Angelo Muto è ciò che vi farà cogliere l’essenza di tutto questo. E’ proprio come lui, schietto, autentico e legato alla sua terra, ma anche affabile e generoso.
‘A Batia – Casa Comerci Pad. 12 Stand A5-E6
E’ la Calabria che non ti aspetti, la viticoltura che rinasce in un lembo della costa tirrenica da troppo tempo dimenticato. ‘A Batia è un rosso da uve Magliocco Canino dal deciso carattere mediterraneo. Ci regala una ricchezza aromatica fatta di frutta, fiori e note balsamiche che si fondono in un sorso di grande piacevolezza.
Barolo del Comune di Castiglione Falletto – Cascina Fontana Pad. 10 Stand I2
Stile classico per un Barolo che non è solamente lo specchio di un territorio, ma rappresenta anche la sua storia. Parlarne con Mario Fontana, grande vignaiolo di Langa, sarà illuminante. Scoprirete cosa vuol dire passione unita ad una precisa conoscenza maturata sul campo.
Brunello di Montalcino AD 1441 – Castello Tricerchi Pad. 9 Stand B8
Il territorio di Montalcino che si esprime con grande eleganza. Tutto sembra al posto giusto, lontano da ogni eccesso. La ricchezza qui risiede nei dettagli, nelle sfumature, nell’agilità di un sorso e nel suo modo di essere incisivo senza pesare. Rappresenta il nuovo corso di un’azienda da seguire attentamente.
Brunello di Montalcino Riserva – Col di Lamo Pad. 9 Stand B5
Un Brunello profondo e completo che nasce dalla passione di Giovanna Neri, inesauribile e dinamica produttrice, affiancata oggi in azienda dalla figlia Diletta. Sarà il tocco femminile, sarà la grande cura con cui viene fatta ogni cosa, oppure una particolare sensibilità ? E’ difficile da capire, ma comunque resta la sicurezza che questo vino è veramente buono.
Costa d’Amalfi Ravello Bianco Vigna Grotta Piana – Ettore Sammarco Pad. B Stand A3
Un assaggio che ricordo ancora per quanto mi ha entusiasmato all’ultima edizione di Campania Stories. Il Vigna Grotta Piana combina grande complessità, intensità e pienezza del sorso con energia, spiccata sapidità e lunghezza. Un bianco “totale” fatto di forza e slancio che non passerà mai inosservato.
Chianti Classico – Istine Pad. 8 Stand B8/B9
Istine rappresenta ormai una garanzia a Radda in Chianti, areale che anno dopo anno sta venendo fuori con prodotti sempre più identitari. Vi consiglio di provare il Chianti Classico, rosso che non è pari ai fratelli maggiori (vini da singolo vigneto o riserva) per forza e complessità, ma concentra tutte le peculiarità del territorio in un calice di grande freschezza e bevibilità.
Alto adige Valle Isarco Riesling Kaiton – Kuenhof-Peter Pliger Pad. 6 Stand C3
Lo confesso, ho un debole per i vini di Peter Pliger. Una viticoltura eroica praticata su pendii molto ripidi in condizioni spesso estreme ci regala bianchi precisi e vibranti che incarnano la purezza della montagna. Un Riesling in grado di lasciare tutti a bocca aperta, cosa tra l’altro successa in diverse degustazioni alla cieca.
Dolceacqua Sette Cammini – Maccario Dringenberg Pad. 8 Stand D8/D9
“Sette Cammini è il nuovo cru di Maccario Dringenberg e va assaggiato”. Basterebbe dire così. E’ l’ennesima, affascinante espressione di terroir di un produttore che interpreta i luoghi del Rossese con una sensibilità e un’attenzione del tutto particolari, tracciandone le diverse sfaccettature.