di Michele Pizzillo
Il Vinitaly, come ha già deciso ProWein, farà slittare la manifestazione direttamente al 2021?
La prima associazione a chiedere lo slittamento della 54esima edizione del Vinitaly all’anno prossimo, è la Fivi, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, con il presidente Matilde Poggi che ha presentato la richiesta ieri, durante il confronto tra VeronaFiere e i presidenti di filiera, che qualche settimana fa avevano espresso parere favorevole per la decisione di scegliere la data del 14-17 giugno per l’appuntamento 2020 del salone del vino veronese. Compreso un iniziale parere positivo della stessa Fivi. Poi, ha evidenziato il presidente, Matilde Poggi: “Ci siamo confrontati internamente sulla questione di un Vinitaly a giugno e la maggioranza dei 220 vignaioli che avevano già dato adesione alla fiera si è detta favorevole ad uno slittamento al 2021. Fivi è stata l’unica associazione tra le presenti al confronto con VeronaFiere che ha presentato questa posizione. Se, nonostante la nostra richiesta, Vinitaly 2020 verrà confermato, ci riserviamo di avviare un confronto con Verona Fiere per valutare a fine emergenza i termini di una nostra eventuale partecipazione”.
(Matilde Poggi)
La decisione dei vignaioli indipendenti è scaturita dall’effettiva difficoltà delle cantine a conduzione familiare di essere fisicamente presenti nelle nuove date di giugno, periodo in cui il lavoro in vigna è tanto, ma anche per la situazione di emergenza che coinvolge in questo momento non solo il nostro Paese, ma anche altri Stati europei e del resto del mondo. Insomma, si è passati, nell’arco di tre settimane, dall’elogio per il coraggio di confermare il Vinitaly come da calendario – cioè ad aprile -, all’approvazione della scelta di fare slittare tutto a giugno, fino al pessimismo (forse per il timore che l’emergenza coronavirus non si concluda il 3 aprile?) degli ultimi due giorni, tanto da “rimangiarsi” – come si suol dire – la parola data per la scelta di giugno. La speranza di fare slittare tutto all’anno prossimo, negli ultimi giorni anche alla luce dell’andamento dell’epidemia, a quanto pare, era auspicato da diverse aziende. Nessuno, forse, aveva sollecitato la propria associazione di assumere una decisione del genere , così come è avvenuto all’interno della Fivi. La situazione, comunque, è in evoluzione, con gli scenari che mutano da un momento all’altro.