di Michele Pizzillo
Per Pietro Mastroberardino, presidente del gruppo vini di Federvini e dell’Istituto del Vino Italiano di Qualità-Grandi Marchi “non ci sono le condizioni per assicurare agli espositori e ai partecipanti un evento di livello internazionale nel solco della storia di Vinitaly. La professionalità e l’autorevolezza di Veronafiere vanno convogliate verso iniziative di rilancio del settore”.
Dichiarazione rilasciata dopo un’ampia consultazione fra gli associati alla luce degli scenari che la diffusione del coronavirus covid-19 sta ponendo e che rendono assai improbabile una soluzione a breve termine. I collegamenti internazionali, se prima erano di fatto azzerati, oggi sono persino formalmente inibiti. La ristorazione, canale di elezione per i nostri vini, è ormai anche normativamente inattiva. La disponibilità degli operatori esteri a venire in Italia, anche per i mesi a venire, è difficile che possa essere riacquisita velocemente, fanno sapere da Federvini. Che, contestualmente, con la voce di Mastroberardino, invita Veronafiere a continuare la riflessione per ripensare l’evento in una modalità diversa, compatibile con il mutato scenario globale.
E, prosegue, il presidente del gruppo vini di Federvini: “Superato l’isolamento legato al contagio, sarà necessario ripartire con eventi di tipo istituzionale, che richiamino l’attenzione sul rilancio del comparto, allo scopo di superare le forti criticità in atto. Sono convinto che potremo raccogliere, con Veronafiere, gli sforzi che il Governo e il Parlamento stanno compiendo in queste ore per il sostegno alle filiere del Made in Italy”. Insomma, ci vuole una strategia che veda coinvolte nell’immediato le parti istituzionali e a seguire nuovamente gli operatori, una volta ristabilite condizioni commerciali e competitive sostenibili.
Sarà possibile, questo, dopo il 3 aprile? Per Verona Fiere, con una lettera che il direttore generale Giovanni Mantovani ha inviato a tutti gli espositori di Vinitaly, “c’è un termine che aiuta tutti, ed è quello del 3 aprile indicato dall’ultimo Decreto del Governo: in questo lasso di tempo è chiesto a tutti noi di adoperarci per il contenimento della diffusione del virus. Per questo insieme di motivi, di concerto con i principali attori del nostro settore e con le Istituzioni preposte, stiamo tenendo ferma la data del 14-17 giugno per Vinitaly e procediamo con le attività organizzative, anche di tipo straordinario, che stiamo mettendo in piedi per garantire la massima efficacia possibile alla manifestazione. Anche perché non si può vivere alla giornata o, magari, cambiare i piani ad ogni flash di agenzia”. Insomma, andiamo avanti con giudizio, così come consigliava il gran cancelliere Ferrer, al suo cocchiere “Pedro, adelante con juicio”, avanti ma con prudenza, mentre attraversava la folla inferocita durante la peste di Milano del 1629 descritta da Alessandro Manzoni nei “Promessi Sposi”.
Nessuno è in condizione di prevedere quando finirà questa terribile “guerra”, tranne la certezza che lascerà per strada moltissimi cadaveri tra decessi di essere umani provocati dall’infezione e attività economiche che difficilmente riusciranno a riprendersi o a tornare alla normalità. Probabilmente si ritornerà a mettere gli storici a.c. e d.c. accanto alle date, cioè avanti coronavirus (e non Cristo) e dopo coronavirus, visto che il dopo probabilmente sarà tutto da immaginare e costruire. Stiamo lavorando ad un Vinitaly “straordinario” in un tempo “straordinario. Ha detto Mantovani agli espositori, mentre si attende che il 3 aprile sia un altro giorno da festeggiare per la riconquistata libertà dal coronavirus.