Stamattina la presentazione a Roma dell'evento che si terrà a Verona dal 7 al 10 aprile
Un’altra edizione in crescita per Vinitaly, che dopo un anno e 40 eventi promozionali e di formazione in Italia e all’estero, si prepara ad aprire con numeri in aumento.
La formula di Vinitaly – business in fiera, wine lover in città – sta registrando il gradimento delle aziende, confermato dal sold out degli spazi già nel mese di novembre 2018, nonostante un incremento della superficie netta espositiva disponibile. Con la riorganizzazione dei padiglioni F e 8, per la prima volta l’area netta venduta raggiunge i 100 mila metri quadrati, mentre sono oltre 130 i nuovi espositori diretti, a cui si aggiungono gli indiretti e i rappresentati, che portano il numero totale di aziende a quota 4.600 da 35 Nazioni e ad oltre 16 mila le etichette a catalogo. Lanciato in occasione del cinquantesimo, il progetto di separare nettamente la parte business con quella destinata al consumatore finale, ha portato il Salone Internazionale dei Vini e dei Distillati a gestire una graduale diminuzione del numero dei wine lover, per i quali è stato potenziato e arricchito di iniziative il fuori salone Vinitaly and the City (ne parliamo in un altro articolo). Due le principali novità del 2019: l’Organic Hall e Vinitaly Design, pensate per dare ulteriore impulso al progetto di una sempre maggiore specializzazione in chiave commerciale della rassegna.
“Siamo consapevoli di possedere un brand legato al vino tra i più conosciuti al mondo – dice Maurizio Danese, presidente di VeronaFiere – Per questo Vinitaly intercetta molte risorse tra i 100 milioni di euro di investimenti previsti. Le direttrici di crescita che abbiamo individuato per la manifestazione sono tre: la creazione di due nuove piattaforme permanenti di promozione in Asia e Stati Uniti; rigenerazione del quartiere espositivo per adeguarlo ai più alti standard europei; potenziamento dei servizi digital, allestitivi e di ristorazione, in ottica di customer care. Anche se l’aggiornamento del piano industriale si riferisce al 2022, attraverso queste iniziative gettiamo le basi per uno sviluppo strategico della fiera che traguarda ai prossimi venti anni”.
“Continuiamo sulla strada intrapresa tre anni fa con il via dell’importante progetto di digital transformation di Veronafiere – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di VeronaFiere – Quest’anno l’app di Vinitaly è migliorata ancora per sfruttare la geolocalizzazione nei padiglioni e nuove funzionalità, sempre a supporto del b2b. Prosegue anche l’ampliamento delle lingue, da tre a nove a pieno regime, in cui proponiamo Vinitaly Directory, la business guide online della manifestazione che è diventata il punto di riferimento per aziende e operatori. Abbiamo creato così una community del vino virtuale e interattiva con utenti da 190 nazioni che fa vivere il salone 365 giorni all’anno, integrando il tour fisico di eventi b2b ed educational organizzati all’estero da Vinitaly International e dalla sua Academy”.
Per quattro giorni alla Fiera di Verona si riunisce tutto quel mondo che costituisce un mercato potenziale per il vino. Lo scorso anno la kermesse ha fatto registrare la presenza di 32 mila top buyer provenienti da 143 nazioni e anche quest’anno si è continuato a lavorare per incrementare la qualità della domanda in fiera. “Abbiamo così investito ulteriori risorse sull’attività di incoming, selezionando e invitando buyer da 50 paesi target, rappresentativi di tutti i continenti – prosegue Mantovani – Una strategia che non trascura l’offerta, dal momento che cresce anche l’area International Wine Hall, con un significativo aumento degli espositori stranieri da 35 paesi”.
Tra le novità di quest’anno, Organic Hall e Vinitaly Design (Padiglione F). Il primo accoglie Vinitalybio, organizzato in collaborazione con Federbio e dedicato ai vini biologici, e la collettiva dell’associazione Vi.Te – Vignaioli e Territori, che da sette anni collabora con Veronafiere per rappresentare i vini artigianali. La nuova ubicazione di VinitalyBio e dei produttori artigianali ha liberato spazio per nuove aziende nella collettiva dei vignaioli indipendenti di Fivi (Padiglione 8), in costante crescita anno su anno, oltre che per l’entrata di nuovi importanti espositori o per l’ampliamento degli stand di quelli già presenti.
Vinitaly Design è invece il risultato di un’importante razionalizzazione che ha interessato Enolitech, sempre nel padiglione F. Al suo interno sono proposti tutti quei prodotti ed accessori che completano l’offerta legata alla promozione del vino, e all’esperienza sensoriale e all’accoglienza: oggettistica per la degustazione e il servizio, arredi, packaging. La nuova iniziativa permette di mantenere all’interno di Enolitech unicamente le tecnologie e le attrezzature per la produzione di vino, olio di oliva e birra.
Ma come al solito Vinitaly vuol dire incoming. E anche quest’anno è stato organizzato un fitto programma di incontri sia con la propria rete di delegati in 60 paesi, sia in collaborazione con Ice-Agenzia. L’obiettivo è di facilitare l’incontro a Verona tra la domanda e l’offerta internazionale negli stand e attraverso il servizio offerto di matching con le aziende per degustazioni nella logica del “Taste&Buy”. Per l’edizione 2019 sono stati selezionati specificatamente e invitati buyer da 50 paesi. Con i cinque continenti rappresentati si conferma duplice l’attenzione della rassegna veronese sia ai mercati storici, sia verso nuove aree dove il consumo di vino sta diventando sempre più una tendenza. Ai buyer è dedicata l’overture di OperaWine organizzata con WineSpectator sabato 6 aprile, alla vigilia di Vinitaly, che dà uno spaccato della migliore espressione enologica delle 20 regioni italiane. Quest’anno sono 103 le cantine selezionate dal magazine americano, delle quali 22 new entry assolute.
C.d.G.