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Vinitaly 2019

In 10 anni persi 80 mila ettari di vigneto

08 Aprile 2019
Un vigneto in Sicilia Un vigneto in Sicilia

Il rapporto Istat: valanga di domande per nuovi impianti

Addio ad una vigna su dieci nell’ultimo decennio con la scomparsa di quasi 80 mila ettari di vecchie vigne, pari all’11% della superficie totale coltivate a vite. 

E’ quanto emerge da un’analisi Coldiretti diffusa in occasione della presentazione delle innovazioni 2019 nel mondo del vino, protagoniste di una maxiesposizione a Casa Coldiretti, dalle ultime rivoluzionarie tecniche di invecchiamento alle innovative soluzioni tecnologiche per promuovere i consumi, fino alle più incredibili esperienze di economia circolare in vigna. In un decennio la superficie complessiva coltivata a vite è passata da 731 mila ettari a 651 mila ettari del 2018, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, con la scomparsa soprattutto di vigneti vecchi e non più produttivi. Il risultato è stato una contrazione del Vigneto Italia dalla quale si è ora ripartiti per una profonda operazione di rigenerazione che ha puntato soprattutto su varietà autoctone e “green”.

Lo testimonia il boom di domande presentate alle Regioni per l’autorizzazione all’impianto di nuove vigne nel 2019. Una mole di richieste che ha superato il “tetto” delle superfici disponibili pari a 6600 ettari, secondo quanto previsto dal regolamento dell’Ocm Vino, l’organizzazione comune di mercato che regola a livello europeo il settore. Le scelte delle aziende, molte delle quali giovani, per i nuovi impianti riflettono il profondo cambiamento nei consumi, con il ritorno dei vini autoctoni che nel giro di quale anno hanno scalzato quelli internazionali nelle preferenze di consumo degli italiani. Un trend testimoniato anche dal fatto che nella top ten dei vini che hanno fatto registrare la maggiore crescita di vendite nel 2018 figurano solo bottiglie “sovraniste”.

Ma un altro indirizzo dei viticoltori italiani è quello dei vitigni resistenti. Si tratta di varietà anche chiamati super-bio da cui nascono i vini “piwi”, che eliminano del tutto o quasi l’uso di trattamenti. Una scelta che va nella direzione della sostenibilità e della tutela dell’ambiente, incontrando un favore crescente da parte dei consumatori, anche grazie a una nuova sensibilità verso questo tipo di tematiche. Non a caso i criteri di priorità indicati dalle Regioni per la presentazione delle domande di nuovi impianti premiano, tra le altre cose, chi segue le regole della produzione biologica, chi coltiva la vite nelle zone montane e in piccole isole dove il vigneto contribuisce alla conservazione dell’ambiente.      

“Il profondo rinnovamento in atto sul Vigneto Italia conferma la vitalità di un’agricoltura che ha fatto dell’innovazione una delle armi per affermarsi sul mercato, della quale il vino rappresenta peraltro uno dei settori di punta” ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “non a caso le scelte dei viticoltori Made in Italy incontrano sempre di più i gusti dei consumatori sul terreno della qualità e della sostenibilità”. 

C.d.G.