(Daniele Cernilli – ph Vincenzo Ganci)
di Daniele Cernilli
Come ogni anno provo a dire la mia su alcuni vini particolarmente interessanti che vanno assolutamente assaggiati al Vinitaly.
E come ogni anno mi permetto di fare un po’ di autopromozione, perché li scelgo fra quelli presenti allo stand di DoctorWine, che è al padiglione 10, A4/B4, dove nei dispenser saranno presenti un centinaio di vini in assaggio per chi vorrà passare. Alcuni davvero straordinari. E allora andiamo a incominciare, provando a fare un tour che comprenda dieci regioni vitivinicole di riferimento e orientando le scelte su tipologie magari non proprio scontatissime. Inizio con gli spumanti. Se c’è una bollicina che mi ha veramente stupito per come è migliorata negli ultimi anni quella è il Franciacorta Brut di Contadi Castaldi, un tempo “dépendance” della più famosa Bellavista e oggi assurta a un livello qualitativo analogo, se non superiore sui prodotti “base” come questo. Sorprendente. Tra i bianchi vi segnalo innanzi tutto un vino del Lazio davvero incredibile. Il Fiorano Bianco 2016 di Alessandro Jacopo Boncompagni Ludovisi, prodotto con grechetto e viognier alle porte di Roma, sull’Appia Antica. Avvolgente e mediterraneo. Poi la Vernaccia di San Gimignano L’Albereta Riserva 2016, de Il Colombaio di Santa Chiara, una delle migliori espressioni della sua tipologia. Classico e tradizionale. Infine uno dei miei amori enologici da sempre, il Gavi del Comune di Gavi Minaia 2017 di Nicola Bergaglio, delizioso e affidabile. Una riscoperta. E siamo a quattro.
Il quinto vino è rosso e avendo la possibilità di assaggiarlo io non me lo perderei. E’ il Brunello di Montalcino Cerretalto 2013 di Casanova di Neri, semplicemente spaziale. Restiamo in Toscana per altri due vini eccezionali. Il Chianti Classico 2016 di Querciabella, secondo me tra i migliori in assoluto e il Bolgheri Superiore Grattamacco 2015, che è in versione felicissima. Grandi vini entrambi. A sud l’imperdibile è un altro gigante della vitienolgia mediterranea, l’Es 2017 di Gianfranco Fino, forse il più grande Primitivo in assoluto. Ed è l’ottavo vino.
Il nono viene dalle Marche, è stato un grande successo tanto che ha raggiunto l’ottavo posto assoluto nella classifica incrociata di tutte le maggiori guide italiane redatta dal mensile Gentleman. E’ il Rosso Piceno Superiore Roggio del Filare 2015 di Angela Velenosi, il principe rosso dei vini piceni. L’ultimo, il decimo, è un grande classico piemontese. Non il più prestigioso dell’azienda, ma il più tradizionale, e in questa versione non si può perdere. E’ il Barolo 2015 di Pio Cesare, uno dei classici di Langa. E anche per quest’anno il mio compito finisce qui.