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Vinitaly 2019

Grandi Cru d’Italia, premio ad Adrian Garforth: “Servono italiani tra i Master of Wine”

08 Aprile 2019
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(Adrian Garforth, Valentina Argiolas e Paolo Panerai)

di Alma Torretta, Verona

“Durante le ore della fiera parliamo di vino in un’ottica soprattutto di business, ma non dimentichiamoci che il vino è innanzitutto piacere, quindi adesso  dimentichiamoci del lavoro e godiamoci la serata abbinando grandi vini con grande musica”. 

Con queste parole Valentina Argiolas, presidente del Comitato dei Grandi Cru d’Italia ha accolto al Teatro nuovo di Verona, piccolo gioiello del 1845, gli ospiti della seconda edizione del concerto dell’Ensemble Strumentale del Teatro alla Scala organizzato in occasione del primo giorno di Vinitaly. Ad affiancare Valentina Argiolas nel fare gli onori di casa il vicepresidente esecutivo Paolo Panerai che ha tenuto a sottolineare come i Grandi Cru sia un’associazione più democratica, più aperta all’entrata, ma anche all’uscita, rispetto alla “sorella” francese dei Grand Cru Class da cui a tratto ispirazione, riunendo circa cento tra le etichette di più alta qualità del vino italiano di cantine che da almeno 20 anni producono vini con i più alti rating  secondo le più autorevoli guide e riviste di settore.

Consegnato sul palco, prima dell’inizio del concerto, il Premio Grandi Cru d’Italia ad Adrian Garforth, Presidente dell’Institute of Master of Wine, per il contributo che l’Istituto da lui presieduto ha dedicato alla conoscenza e alla diffusione della cultura del vino nel mondo. Garforth, che è anche produttore in Nuova Zelanda, ha sottolineato come quello dei Master of Wine sia un fantastico network che già conta 383 membri in 27 paesi “ma vogliamo ancora più persone coinvolte nel programma, anche italiani, perché la competizione nel mondo del vino è sempre più agguerrita e c’è bisogno di gente appassionata che sa di cosa parla”.

La parola è stata poi data alla musica, ai 14 musicisti scaligeri che hanno presentato un programma variegato che ha spaziato dall’opera di primo Ottocento  con la Sinfonia dell’Italiana in Algeri di Rossini, a composizioni veriste quali la Piccola Suite Serenata e la romanza Mattinata di Leoncavallo all’aria Viva il vino spumeggiante  della Cavalleria Rusticana di Mascagni, sino a pezzi novecenteschi quali la Rapsodia in blu di Gershwin e infine la Suite Héllenique del compositore sassofonista spagnolo Pedro Iturralde. Tra i musicisti, straordinari in particolare Paolo Zannini al pianoforte e Simone Zanchini alla fisarmonica che hanno pure curato gli arrangiamenti dei pezzi proposti.