L'azienda veneta ha presentato il nuovo assetto al Vinitaly. Insieme a Domini, la nomina del nuovo amministratore delegato: si tratta di Giancarlo Lechthaler
(Francesco Domini)
Una scommessa importante per Francesco Domini, che lascia l'incarico di direttore di Feudi San Gregorio per accettare la corte di SalvaTerra, la cantina di Cencia in provincia di Verona.
Il debutto di Domini proprio al Vinitaly. L'azienda, nella kermesse veronese, ha ufficializzato i numerosi cambiamenti interni all’azienda. A cominciare dal nuovo amministratore delegato, Giancarlo Lechthaler. Roberto Giacobone, presidente di Salvaterra, nel formulare i suoi migliori auguri di buon lavoro a Giancarlo Lechthaler e a Francesco Domini, ha evidenziato che “il nuovo assetto permetterà di rafforzare ulteriormente il percorso di qualità e di valorizzazione territoriale, intrapreso nel 2014 dal Gruppo Salvaterra, coniugando tradizione e innovazione”. Giancarlo Lechthaler fino al 2018 è stato direttore generale di Collis Veneto Wine Group e in precedenza direttore generale di Cantina di Colognola ai Colli.
Francesco Domini, fino all’arrivo in Salvaterra, ha ricoperto il ruolo di direttore generale di Feudi di San Gregorio e, in precedenza, di direttore generale di Tormaresca, azienda pugliese del gruppo Marchesi Antinori. “Ho aderito con entusiasmo al progetto Salvaterra – sottolinea Francesco Domini, direttore generale – intravedendo la possibilità di costruire un’azienda di prestigio e con un brand forte, che possa esprimere al meglio le caratteristiche della tradizione vitivinicola territoriale e che al contempo possa conquistare anche quei consumatori, italiani ed internazionali, che prediligono innovazione e modernità”.
Salvaterra – 274 ettari a conduzione diretta, distribuiti tra Valpolicella, Lago di Garda e Colli Euganei – eccelle nella produzione di vini della grande tradizione enologica veronese, quali Amarone, Valpolicella e Ripasso, a cui affianca il Prosecco e il Pinot Grigio. E a Vinitaly 2019 debuttano due referenze che testimoniano la combinazione tra tradizione e modernità: l’Amarone Campocroce 2015, nato dalle uve della Tenuta di Mezzane, che incarna i valori della tradizione enologica veronese, ed il Falia Rosè, prodotto con uve corvina, che si propone di soddisfare un gusto giovane e trendy a cominciare dall’etichetta e dalla pratica chiusura con tappo a vite.
C.d.G.