(I reperti in esposizione al padiglione Sicilia)
di Robertto Chifari
Non sarà Il Satiro Danzante come avrebbe voluto l'assessore regionale siciliano ai Beni culturali Vittorio Sgarbi, né la Venere di Morgantina. Ma in ogni caso, il padiglione della Sicilia al Vinitaly, che da anni è il numero 2, subito dopo l'ingresso della fiera sulla destra, avrà una connotazione archeologica.
Il visitatore sarà accolto dalla ricostruzione in legno di una stiva di una nave antica che contiene delle anfore ellenistiche (dal IV al I secolo A.C.) che venivano utilizzate per trasportare proprio il vino ormai centinaia di anni fa. Un ritorno al passato, per mostrare come la storia della Sicilia sia da sempre stata legata da un filo sottilissimo al mondo enologico che oggi ha fatto, proprio nella maggiore delle Isole del Mediterraneo, passi da gigante, producendo vere eccellenze riconosciute in tutto il mondo. A svelare alcuni particolari dell'allestimento del padiglione Sicilia al Vinitaly è Sebastiano Tusa, archeologo e sovrintendente del mare presso la Regione siciliana: “Un'idea che nasce grazie alla mostra itinerante in tutta Europa sull'archeologia subacquea in Sicilia – spiega Tusa – In questo momento si trova a Bonn. Abbiamo voluto rappresentare il vino sotto due aspetti: quello commerciale, quindi rappresentato dalla nave che trasporta le anfore e quello conviviale, con la rappresentazione di un banchetto con anfore e calici”.
(Sebastiano Tusa)
Infatti, oltre la riproduzione della stiva, all'interno del padiglione saranno esposti dei Crateri, che sono i contenitori antichi dove il vino veniva miscelato con acqua o altre sostanze resinose e i Kylix, i “papà” dei calici moderni. “Abbiamo voluto interpretare – aggiunte Tusa, che ha lavorato al progetto con Peter Glidewell, molto amico di Sgarbi – la volontà degli organizzatori del padiglione Sicilia e cercare di impressionare i visitatori non tanto con un oggetto molto ricco, quale poteva essere la statua del Satiro ad esempio, ma con una simbologia importante e che racconta la storia della nostra regione”. Tra l'altro portare il Satiro al Vinitaly, avrebbe avuto un costo molto importante: “Tra assicurazione, trasporto e logistica – dice Tusa – ci sarebbero voluti parecchi soldini. Con una spesa minore, abbiamo ottenuto una bella scenografia che sono sicuro sarà molto apprezzata”. Nessun problema per la sicurezza dei reperti: “Anfore e calici sono assicurati – spiega Tusa – E mi hanno garantito che ci sarà sempre una buona vigilanza. Sono convinto che i nostri reperti sono al sicuro”.