(Paolo Gentiloni)
Arriva con tre ore di ritardo sulla tabella di marcia prevista. Paolo Gentiloni, presidente del Consiglio dei Ministri, ormai ad interim, al Vinitaly, però, è nelle vesti di Ministro dell'Agricoltura, dopo le dimissioni di Maurizio Martina: “E non lo avrei detto”, dice all'esordio del suo discorso sul palco della Sala Verdi del PalaExpo.
Rivela la sua passione per il mondo del vino, “ma solo come bevitore, non produttore”. Racconta di aver voluto visitare gli stand del Lazio (in particolare le cantine di Rieti), delle Marche, dell'Abruzzo e dell'Umbria, “per dare un segnale di solidarietà a queste popolazioni che non si sono lasciate abbattere dai terremoti”. Il vino, per Gentiloni, “è una storia di successo ed un bel segnale che le nostre imprese riescano a vincere le sfide globali”. Gentiloni rimarrà in carica “per ore, forse giorni o settimane – dice – ma vi assicuro che il Governo continuerà la strada tracciata per la tutela di questo settore”. Il Testo Unico del Vino è già operaivo “e siamo in fase di attuazione dei 28 decreti – spiega Gentiloni – Poi c'è molta attenzione sui bandi Ocm che dovrebbero uscire a giorni”. Ammette di non essere preparato su questo settore: “Mi hanno aggiornato in questi giorni dei principali problemi del comparto. Che però ha una grande forza trainante dell'economia italiana. Dimostriamo, insomma, di non essere secondi a nessuno. E questa consapevolezza, nel nostro Paese, non c'era mai stata. Possiamo e dobbiamo fare meglio. E il bando Ocm, in questo senso, ci aiuterà”. Si deve pensare ai nuovi mercati, Asia e Cina soprattutto, “ma mai dimenticare le proprie radici – afferma Gentiloni – Ci vuole il coraggio dell'innovazione e l'orgoglio di portare in giro i propri prodotti”. Poi la chiusura: “Mi piace molto il detto “In vino veritas” – ha detto il Primo Ministro – La veritas è che questa Italia ha bisogno di proseguire in questo cammino positivo per essere forti e propositivi nel mondo. Niente dazi e tariffe, ma solo tutela, per non disperderel'eccellente lavoro fatto dalle nostre famiglie”.
C.d.G.