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Vinitaly 2018

Il Montepulciano d’Abruzzo festeggia 50 anni. Il tristellato Romito: “Vino di qualità”

16 Aprile 2018
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di Alma Torretta

La Doc Montepulciano d’Abruzzo ha compiuto 50 anni e al Vinitaly si è festeggiato anche con due piatti originali creati per l’occasione da Niko Romito.

Lo chef abruzzese tristellato del ristorante Reale di Castel di Sandro ha voluto dedicare al vitigno principe dell’Abruzzo due preparazioni in cui il vino non è cucinato ma stappato dalla bottiglia e integrato a crudo nel piatto.

La prima creazione, “semplice ma profonda” come Romito stessa l’ha definita, combina pane (da due diversi grani antichi), agnello “cotto in maniera aggressiva per estrarre il succo”, fegato di pollo, molto usato nella tradizione abruzzese, vino Montepulciano e polvere d’oro.


Il secondo piatto invece è consistito in una fettina di pancetta di maiale con cipolla stufata, polvere di pomodoro e, anche in questo caso, vino Montepulciano. Due piatti indimenticabili, rustici e raffinati insieme, che hanno esaltato la degustazione di Montepulciano Doc dalle annate 2014 alla 2009 dimostrando, se ce ne fosse ancora bisogno come si tratta di un vino perfetto per l’abbinamento a piatti stellati. “Il Montepuciano non è più da tempo solo un vino da tavola – ha infatti commentato Niko Romito  – è diventato un vino per i ristoranti di qualità. Sono soddisfatto e felice di contribuire a festeggiamenti dei cinquant’anni della denominazione”

I cinquant’anni sono stati l’occasione anche per fare il punto sul Montepulciano che, malgrado anche altre varietà abruzzesi si stiano facendo sempre più apprezzare, rappresenta ancora oggi il 56% del vigneto della regione con 19.000 ettari che producono 900.000 ettolitri su un totale di 2,5 milioni di ettolitri di vino abruzzese. Questi i numeri forniti dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, organizzatore dell’evento, per celebrare un vitigno di cui si hanno notizie storiche certe in Abruzzo almeno dal 1792 nelle zone più interne della regione, che poi si è diffuso verso il mare ed è diventato un pilastro della produzione dei vini delle grandi cooperative della regione, per tornare  adesso di nuovo a espandersi verso le montagne donando vini di altissima qualità.