Ismea ha presentato oggi il rapporto “Outlook Vino 2020” sullo sviluppo e i cambiamenti nel mercato di settore.
Secondo i dati elaborati dall’Istituto si prospetta una crescita (+2,4%) della produzione mondiale e in questo contesto risulta evidente il posizionamento strategico dell’Italia, con la conferma della leadership come primo paese produttore al mondo e un aumento delle esportazioni del 10%. Nello scenario globale il nostro Paese si contenderà ancora il primato di esportatore – in termini di volume – con la Spagna. La Francia, invece, si conferma leader per valore esportato e gli Stati Uniti saranno sempre di più il mercato di sbocco più remunerativo. In particolare, la sfida tra Francia e Italia nel posizionamento sui grandi mercati mondiali vede il nostro Paese primo in mercati chiave come Stati Uniti, Germania, Svizzera e Russia, mentre la Francia si colloca meglio nel Regno Unito, Canada e soprattutto Cina.
“La crescita delle esportazioni e il primato mondiale nella produzione – afferma il Ministro Maurizio Martina – confermano le grandi potenzialità di un settore che, in Italia come all’estero, è sinonimo di eccellenza e qualità. I dati di Ismea mettono in luce il lavoro fatto fin qui nel settore e per questo è fondamentale proseguire il percorso intrapreso con investimenti mirati e ulteriori semplificazioni per valorizzare ancora meglio le nostre imprese”.
“L'Italia crede nel vino – dichiara il Vice Ministro Andrea Olivero –, crede nella cultura del vino e con questa convinzione dobbiamo lavorare alla crescita del settore. I dati Ismea presentati oggi sono incoraggianti. Vogliamo essere all'altezza di questa sfida e imprimere ulteriori accelerazioni. L'export del vino italiano ha raggiunto quest'anno 5,6 mld, un risultato non da poco, frutto di una crescita straordinaria merito soprattutto dei nostri imprenditori. Siamo primi esportatori mondiali per quantità, il nostro obiettivo principale adesso è crescere anche in qualità e valorizzazione dei nostri prodotti. Con il piano per l'internazionalizzazione abbiamo lavorato per essere uniti come sistema Italia e ampliare sbocchi anche in mercati emergenti e importanti come quello cinese. Continuiamo in questa direzione nel sostenere le aziende per rafforzare la loro presenza anche nell'ecommerce”.
“Dallo studio degli scenari possiamo prevedere da qui al 2020 una crescita sia nella produzione (+2,4%), sia soprattutto sui consumi mondiali di vino, per i quali si annuncia un incremento complessivo del 4,3%, con punte in Cina, (+21,6%), Russia (+6,1%) e Stati Uniti (5,7%). Tra i Paesi produttori, è l’Italia a crescere di più, con un aumento delle vendite in valore del 10% nel prossimo quadriennio, meglio di Francia e Cile (+6,1%), Usa (+4,3%) e Spagna (+3,6%), racconta in sintesi lo studio il direttore generale di Ismea, Raffaele Borriello. “Spicca – ha proseguito Borriello – l’incremento dei consumi previsto in Cina, che raggiungerà così i livelli della Germania, mentre i consumi interni del nostro Paese resteranno stabili (+0,9%) dopo i minimi dell’ultimo quinquennio. Sul fronte del valore medio all’esportazione, che rimane ancora basso rispetto alla Francia, c’è da sottolineare come l’Italia sia cresciuta del 20% nel biennio 2014-2016 rispetto al 2011-2013, contro il +9% del nostro principale competitor”.
Per il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Questo outlook, che è una prova tecnica rispetto a una collaborazione con Ismea che pensiamo possa diventare stabile, ci dice che c’è ancora molto da fare, non solo in Cina ma anche negli Stati Uniti. Qui il vino italiano è polarizzato soprattutto sulla costa atlantica, mentre dobbiamo cominciare a ragionare sul cuore dell’America, in quelle aree centrali dove il nostro vino non è ancora così presente. E se il prezzo – ha proseguito Mantovani – rimane il tallone d’Achille del nostro prodotto, sul fronte Brexit è significativo e positivo il fatto che 4-500 nuovi buyer inglesi abbiano deciso di partecipare quest’anno al Vinitaly. Non escludo – ha aggiunto Mantovani su Brexit – che ciò che sta succedendo non possa trasformarsi invece in opportunità per il vino italiano. Sulla Cina i dati di Ismea rivelano quanto questo gigantesco mercato sarà sempre più strategico, sta a noi diventare più competitivi e sistemici nella promozione. Altra novità importante di quest’anno – ha concluso – è l’adesione rilevante di diversi operatori di Paesi africani”.
C.d.G.