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Vinitaly 2017

Massimo D’Alema: “Wine Research Team progetto innovativo. Ma noi dobbiamo fare rete”

12 Aprile 2017
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Una presenza discreta, ma che comunque si fa notare. La passione di Massimo D'Alema per i vini ormai è nota ai più.

Insieme alla moglie hanno realizzato la cantina La Madeleine, in provincia di Terni. Ha aderito subito al progetto di Riccardo Cotarella del Wine Research Team e oggi ha portato in degsutazione il Pinot Nero 2013. “Il progetto di Cotarella è molto interessante – ha detto Cotarella – innovativo, uno sforzo per far comprendere come la tecnologia migliorerà la qualità del nostro vino, ma non solo. Servirà anche a migliorare l'impatto ambientale e quello della nostra salute, riducendo l'uso della chimica, facendolo non in maniera avventuristica, ma in maniera scientifica e rigorosa”.

Per D'Alema il vino italiano sta bene, “soprattutto in termini di qualità, ma anche come quantità. Solo che siamo tanti produttori e si rischia di fare confusione. Bisognerebbe trovare un metodo efficace di fare rete, di condividere le cose insieme e presentarci nei mercati internazionali in maniera compatta, anche per poter pretendere dei prezzi più ragionevoli, come hanno fatto i nostri cugini francesi. Ma, al di là di tutto, credo che il mondo del vino sia una delle poche cose che funzionano in Italia”. Poi parentesi sulla sua azienda: “Siamo produttori di nicchia – dice – Facciamo circa 40 mila bottiglie, e la domanda supera l'offerta. Al momento siamo davvero soddisfatti”. E domanda sull'Etna: “Un territorio straordinario, che mi piace molto, in tutti i sensi. Una grande scoperta che ha ancora tanto da dire”.
 

G.V.