Posizione numero 1 della nostra classifica per il “Re del Barbaresco”
A grande richiesta pubblichiamo i profili dei tre personaggi finiti sul podio per la nostra “Wine Power List 2017”.
Come sanno i nostri lettori si tratta della classifica dei cento personaggi più influenti del mondo del vino italiano. L'argomento principale del magazine che abbiamo distribuito al Vinitaly conclusosi ieri. Tra qualche giorno sarà possibile acquistare online la versione cartacea del nostro magazine che la nostra redazione spedirà in qualsiasi città italiana o estera.
Le Roi è tornato. O forse c'è sempre stato. Angelo Gaja svetta al primo posto della nostra Wine Power List. E c'è una ragione di fondo che lo premia. Questo è l'anno in cui il mondo del vino è diviso, scomposto, fratturato. La rappresentanza scricchiola. L'anno in cui i grandi imprenditori del vino non se le mandano più a dire. Scambi di accuse, dispetti, ripicche, gente che esce, gente che va. Sembra la piazza di Facebook quando diventa bar dello sport. Un momento difficile ed inedito. La conferma che neanche il mondo del vino è indenne dal clima che si respira in Italia. Ed in tutto questo bailamme c'è qualcuno fuori dalla mischia. È Angelo Gaja. Da sempre fuori dai giochi e dai giochini, lontanissimo dalle stanze dei ministeri, mai iscritto ad organizzazioni o sodalizi. Qualcuno potrebbe dire l'anti-politico per eccellenza. In realtà non lo è. Perché Gaja fa politica a modo suo. Senza schemi condivisi. Talvolta in direzione ostinata e contraria. D'altra parte come decifrare il suo intervento in favore di una fiera del vino orientata al business a Milano all'indomani della conferenza stampa in cui Veronafiere presentava a Roma il suo cinquantunesimo Vinitaly? È bastato osservare la valanga di reazioni, spesso sotto traccia, per comprendere quanto le sue parole non passino inosservate.
È incisivo anche quando sostiene, come sta facendo in queste settimane, l'idea che l'Italia del vino non possa essere relegata solo all'appannaggio dei vitigni autoctoni. Perché la sfida sui mercati globali si vince anche con la nostra capacità di fare grandi vini con i vitigni internazionali, che poi sono quelli più bevuti nel mondo. Gaja all'estero è ancora un riferimento assoluto, continua a scommettere e investire nel vino e nelle nocciole delle Langhe. Probabilmente oggi, soprattutto a causa di quello che sta accadendo nel mondo della rappresentanza, dovrebbe spendersi di più per fare sistema con gli altri. Se il suo è un modello virtuoso come sembra, ci piacerebbe che fosse sempre più presente a dare indicazioni e suggerimenti, che si spendesse in prima persona per aiutare l'Italia del vino. E se serve che sia anche pronto a rimboccarsi le maniche. Tra l'altro la presenza in azienda dei figli, Gaia, Rossana e Giovanni, lo ha rafforzato nelle sue strategie, lo ha liberato da qualche incombenza anche se immaginiamo che l'ultima parola sia sempre la sua. In tutto questo non va trascurato il ruolo della moglie Lucia. Solo in apparenza dietro le quinte. Per chi non la conosce sappia che è un mix straordinario di eleganza, savoir faire e determinazione. Per il numero uno della Wine Power List è una first lady all'altezza del ruolo.
C.d.G.