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Vinitaly 2017

Export verso il Canada: “E’ l’altro volto dell’America. E nel 2018 incremento del 10 %”

11 Aprile 2017
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Se nel mercato degli Stati Uniti soffiano i venti delle minacce protezionistiche annunciate dal Presidente Donald Trump, nel nord America c'è un altro mercato, quello canadese, che sorride alle aziende italiane che esportano il vino. 

Secondo gli ultimi dati Ismea, comunicati al Vinitaly, con 4,1 milioni di ettolitri, il Canada è il sesto mercato nel mondo per importazione di vino e il secondo per velocità di crescita nel mondo. Nel 2018 è prevista un'ulteriore crescita di oltre 10 punti percentuale. L'Italia è attualmente il primo paese esportatore in volumi, con 730.000 ettolitri, il terzo dopo Usa e Francia per i ricavi, che hanno raggiunto nel 2016 la cifra di 330 milioni di euro. Il Canada, come spiega a margine del Vinitaly in corso in questi giorni a Verona la Coordinatrice del Settore Vitivinicolo dell'Alleanza delle Cooperative Ruenza Santandrea, “è un paese con una situazione politica stabile che ad oggi offre diverse condizioni favorevoli per un incremento della nostra quota export”.

Inoltre, il recente accordo commerciale siglato tra il Canada e l'Unione Europea ha contribuito a creare condizioni ancora più favorevoli per l'export dei nostri vini. Con l'entrata in vigore del Ceta, sono stati aboliti infatti i dazi e rimosse altre rilevanti barriere commerciali. Pur permanendo ancora la distribuzione dei vini attraverso la rete di monopoli esistenti nelle varie province, il sistema di vendita, grazie all'accordo, vedrà alcuni miglioramenti rispetto alla situazione attuale. L'accordo tra Europa e Canada conferma inoltre la tutela delle Dop e Igp, già prevista da un accordo in vigore dal 2003, il Wine and spirits drinks agreement, che è stato ora incluso nel Ceta. “Per il sistema vitivinicolo cooperativo – spiega ancora Santandrea – è sicuramente un aspetto positivo che nel mercato canadese le nostre produzioni a denominazioni siano tutelate, dal momento che la cooperazione detiene complessivamente una quota pari al 52% delle Dop italiane e del 65% delle Igp”. Tra le quote principali, spicca l'80% del Soave Doc, il 62% della Valpolicella, il 50% del Prosecco, il 90% delle doc trentine e del Lambrusco.

C.d.G.