I dati di vendita sui vini continuano a salire, soprattutto per il comparto dei rossi: ma la Francia è ancora davanti
(Kyodo Amada)
di Annalucia Galeone
Prima di scegliere un nuovo mercato occorre conoscerlo, analizzarlo e capirlo. Un interessante focus di approfondimento sul Giappone è stata offerto dall'Istituto per il Commercio Estero. Il 'made in Italy' affascina, ma la concorrenza è agguerrita.
Il Giappone ha 127 milioni di abitanti, l'aspettativa di vita è di 85 anni, aumentano i single e lo stile alimentare si ispira sempre più a quello occidentale.
I nipponici sono grandi bevitori di birra; tra i vini, il rosso resta la tipologia preferita. La Francia è il primo paese per le importazioni, l'Italia il secondo. Le classifiche sono destinate a cambiare.
Nel 2007 le istituzioni politiche hanno siglato con il Cile un importante accordo per abolire i dazi, come ovvia conseguenza sono in crescita le importazioni, con gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda si lavora invece per arrivare alla reciproca eliminazione delle imposte, diminuirà lo spazio di azione per le aziende dei paesi fuori dall'accordo.
La bottiglia con il tappo a vite è la preferita, i principali canali di vendita per le etichette francesi e italiane rimangono i grossisti, la ristorazione e il catering.
Aumentano le importazioni di olio di oliva, i giapponesi ne apprezzano gli effetti benefici sulla salute. Nonostante tutto i più utilizzati rimangono l'olio di colza e di palma, l'impiego dell'extravergine di oliva rappresenta solo il 2%.
Gli oli non sono soggetti ai dazi doganali, Spagna e Italia sono i più importanti fornitori.
Grande attenzione è riservata alla sicurezza alimentare, in molti supermercati alcuni reparti si dedicano esclusivamente al controllo qualità. Per ridurre i casi di contraffazione sulla data di scadenza, la zona di provenienza e non solo il governo ha fondato il Comitato per la sicurezza alimentare. Nei rapporti con il Giappone, l'Italia sembra destinata a rimanere l'eterna numero due.