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Vinitaly 2016

Il Presidente Mattarella inaugura il Vinitaly: “Mettere insieme le forze per vincere”

10 Aprile 2016
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La prima volta che un Presidente della Repubblica inaugura la rassegna veronese: “Il vino risorsa preziosa anche nelle fasi della crisi più dura che abbiamo attraversato. I numeri la dicono lunga ed è la conferma di come il destino dell’Italia sia legato al superamento delle frontiere e non alla loro chiusura”



(Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella)

“Il Vinitaly è una rassegna che è riuscita a favorire la crescita di un grande prodotto italiano, divenuto sempre più simbolo della qualità italiana nel mondo”.

Ha iniziato così il suo discorso il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al taglio storico (non era mai accaduto in 50 anni di storia) della cinquantesima edizione del Vinitaly. Anche se un presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, c'era stato al Vinitaly.
“Con il vino i produttori italiani sono diventati protagonisti con progetti vincenti – ha proseguito Mattarella –  Hanno investito sulla qualità, recuperando tratti perduti della nostra Italia, come vitigni autoctoni dimenticati, che ora danno vini di assoluta qualità. Il vino, pur essendo attività imprenditoriale, è diventato sempre più simbolo di ricchezza e cultura, consentendo sinergie anche nello sviluppo dei saperi”.
Per Mattarella, dopo lo scandalo del metanolo, un successo simile non era così scontato: “Quella crisi avrebbe potuto distruggere una filiera cruciale dell’agroalimenatre italiano. Invece da lì si è ripartiti con quello che voi stessi definite il rinascimento italiano del vino. La quantità è diminuita, ma la si è innalzata, un paradigma virtuoso”.
La chiave di lettura sta qui, nel fatto che un prodotto antico, come lo ha definito il Presidente della Repubblica, sia diventato la chiave di modernità del nostro paese, “risorsa preziosa anche nelle fasi della crisi più dura che abbiamo attraversato. I numeri la dicono lunga ed è la conferma di come il destino dell’Italia sia legato al superamento delle frontiere e non alla loro chiusura”.
Mattarella si è rivolto poi ai produttori: “Potete e dovete essere orgogliosi di quanto avete fatto. Ma i risultati positivi accrescono le responsabilità. Ora bisogna ancora di più migliorare la distribuzione e la penetrazione nei mercati esteri. Non tralasciamo mai la ricerca per garantire la salute dei nostri vigneti. Puntiamo sui giovani, che possono contare su un lavoro in un settore molto promettente e che ci potranno dare una mano per confermare il nostro ruolo di leader mondiale. Possiamo farlo e riuscirci. Abbiamo le risorse e le intelligenze necessarie”.
Ma Mattarella dice cosa potrebbe dare la spinta al settore del vino italiano: “Unirsi, mettere insieme le forze per vincere. La piccola denominazione può incontrare difficoltà sui mercati e bene ha fatto Vinitaly a promuovere l’internazionalizzazione e il sostegno all’export. Bisogna fare di più sistema-Italia. Non abbiamo paura della competizione”.

Prima del Presidente della Repubblica, aveva dato il benvenuto alle istituzioni che si sono ritrovate presso la Verdi del PalaExpo al Vinitaly, il presidente di VeronaFiere Maurizio Danese: “Presidente è un grande onore poterle dare il benvenuto a Verona e al Vinitaly – ha detto Danese – In questi 50 anni Vinitaly si è affermato come uno degli appuntamenti più importanti del settore enologico nel mondo. La storia di questi 50 anni è la storia di un percorso comune, noi al fianco delle aziende e le aziende al fianco di Vinitaly. Insieme abbiamo contribuito al rinascimento del vino italiano. Il vino con i suoi territori è un richiamo per gli altri paesi stranieri. E molti di questi territori, grazie al vino, sono diventati mete pregiate e attrattori di turismo. Grazie alle aziende che hanno scelto di produrre in maniera sostenibile. L'enoturismo vale 2,5 miliardi di euro. Il settore del vino è un vanto dell’Italia e per l’Italia: nel 2015 export ha superato quota 5,4 miliardi di euro. Tutto questo in 50 anni, in pochissimo tempo. La sua presenza ha un grande significato, per guardare al futuro con uno spirito diverso”.

“Oggi presidente Mattarella qui c’è l’Italia, non solo per la presenza sua e delle istituzioni – ha detto Flavio Tosi, sindaco di Verona – ma perché qui c’è tutta l’Italia che conta dal punto di vista enologico, a partire dal Vneto, prima regione per produzione e esportazione. Ma tutta l’Italia ha questa forza straordinaria nel campo dell’enologia. Questa fiera, insomma, si trova nel posto giusto nel momento giusto. Abbiamo un patrimonio che nessuno al mondo può copiare ed eguagliare. I numeri positivi della viticoltura ci spingono a dare un contributo ancora maggiore per aiutare questo settore con tutto quello che possiamo fare. Agricoltura non è solo questo, è anche mercato interno e non c’è la stessa fortuna, forse per ragioni di mercato. E c’è molta preoccupazione. Adesso mi rivolgo anche al ministro Martina, pensate a tutto il settore, non solo da tutelare, ma dargli la possibilità di competere alla pari con gli altri paesi del mondo”.

“Buon compleanno Vinitaly, 50 anni non sono pochi – ha detto il presidente della regione Veneto Luca Zaia – Basterebbe fare un passo indietro per capire quanta strada è stata fatta. Le sfide sono quelle di ridurre la burocrazia in agricoltura, ci sono circa 70 adempimenti da completare, mi auguro che il provvedimento venga varato e diventi legge. Ma se siamo famosi a livello internazionale, dovremmo identificare i nostri vini come grande biglietto da visita a livello culturale, perché in questo campo c’è poco. Ora serve vincere un’ultima sfida: investire nella ricerca, soprattutto in termini di risorse ambientali. Nei prossimi 15, 20 anni, l’agricoltura non potrà tollerare tutti questi interventi chimici sui campi, ma serve che lo Stato ci permetta di gareggiare contro gli altri ad armi pari”. E poi ha chiuso con un paragone: “Non tutte le auto rosse sono Ferrari. Ecco perché etichettatura e l’identità sono fondamentali”.

“Con il vino si esprimono valori, si celebrano tradizioni, si curano ambienti, paesaggi, si sta con i piedi per terra e la testa nel mondo, sempre ogni ora – ha detto il ministro Maurizio Martina – Basta fare qualche passo in una delle nostre cantine, tanto in Veneto che in Sicilia per respirare l’atmosfera e capire quale forza esprimono per il nostro paese”.
Per Martina, “il vino italiano è uno dei racconti più potenti per esprimere il nostro paese. Lo scandalo del metanolo sembrava che avesse distrutto tutto. Ma da lì iniziò la vera rivoluzione. Le parole chiavi furono qualità e controlli. I produttori investirono ancora di più sull’eccellenza. Molti sono ancora qui e sono protagonisti”.

Trent’anni fa nasceva l’Icqrf, l’istituto anti frode voluto dal Ministero “e il sistema di controlli venne potenziato al punto che oggi è diventato uno dei modelli nel mondo – ha detto Martina – Siamo la patria della biodiversità con oltre 500 vitigni coltivati. Proprio il vino rappresenta un tratto identitario, storico e culturale ed è una delle essenza dell’Italia che affascina il mondo. Siamo tornati primi al mondo per quantità di vino prodotto e valore di export, ma non basta. Negli ultimi 10 anni abbiamo dimezzato il divario con la Francia e negli Stati Uniti adesso vendiamo più di tutti e nessuno ci avrebbe scommesso un centesimo qualche anno fa. Adesso, da qui dobbiamo disegnare la prospettiva per i prossimi 50 anni e capire dove vogliamo andare. Ma la qualità è una premessa che non va mai data per scontata. Solo che per vincere sul mercato – ha concluso il Ministro c’è bisogno di far crescere sia l’innovazione che non disdegni mai la tradizione. Per Martina, poi, non bisogna mai assolutamente dimenticare internet, che nasceva nel 1986, proprio nell’anno dello scandalo del vino al metanolo e che ha cambiato per sempre il modo di fare impresa: “Non c’è futuro senza innovazione – ha detto Martina -. Siamo a un bivio. Ma non siamo all’anno zero. Veronelli diceva che il vino è il canto della terra verso il cielo, io penso che questo canto dell’Italia del vino siete voi”.

G.V.