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Vinitaly 2016

I vini siciliani post Vinitaly, Cracolici: “Tanta qualità”. E la Doc Sicilia: “Puntare sul biologico”

16 Aprile 2016
Padiglione-Sicilia Padiglione-Sicilia

Soddisfazione dopo la  rassegna veronese anche per l'istituto regionale vini e oli di Sicilia

Tempo di bilanci per la Sicilia del vino. Il Vinitaly ha chiuso i battenti ed è stata, a detta di tutti, un’edizione più positiva. La conferma arriva anche dagli stessi produttori che hanno compilato un apposito questionario registrando una grande soddisfazione.

“La Regione Siciliana è stata senza dubbio del Vinitaly – ha detto l’assessore regionale siciliano Antonello Cracolici – Adesso è arrivato il momento di mettere a sistema questo successo”.
“Siamo convinti – commenta Lucio Monte, direttore generale dell’Istituto regionale vini e oli di Sicilia – che i vini di qualità ed i territori riconosciuti patrimonio Unesco possano essere un connubio forte per promuovere la nostra terra. A questo abbiamo puntato particolarmente a Verona. Una promozione che sia solo l’inizio di un percorso volto a concretizzare quanto si è iniziato”.

Anche per la Doc Sicilia è stata un’edizione da ricordare. “Questo Vinitaly è stato un indubbio successo”, ha detto Maurizio Lunetta, direttore del Consorzio Vini Doc Sicilia. Gli fa eco Antonio Rallo, Presidente del Consorzio: “Non posso che confermare il successo della manifestazione. L’indiscusso interesse per i vini siciliani, dimostrato sia da parte degli operatori del settore che dei consumatori, ha confermato quanto l’utilizzo del marchio Sicilia Doc sia di valore inestimabile per la produzione dell’Isola”.

“Tutti segnali importanti che comunque non devono illuderci – ha proseguito Cracolici – Siamo ancora lontani dalle nostre vere potenzialità, ma abbiamo ottenuto gli strumenti giusti per fare il salto di qualità. Servono scelte forti ed una visione comune tra istituzioni e aziende, per trasformare l’organizzazione del nostro sistema produttivo. Il successo del vino siciliano è un successo giovane che deve consolidarsi: le organizzazioni di produttori devono puntare su formazione e innovazione. Serve un disegno condiviso di promozione ed internazionalizzazione del nostro vino che parta dai nostri punti di forza come i 25 mila ettari di vigneto in biologico che rappresentano un primato europeo: il vino bio è il futuro. Mentre sui nostri vitigni autoctoni va costruita una strategia di promozione sempre più legata ai territori”.

“Se questo Vinitaly ha avuto successo – ha detto Marcello Giaccone, neo commissario dell'Irvo – lo si deve anche al lavoro dei funzionari dell’Irvo che nel settore vitivinicolo dimostrano sempre la loro professionalità e competenza”.

Al padiglione 2 Sicilia, sempre affollato e partecipato, si sono così susseguiti incontri, dibattiti e degustazioni che hanno registrato grande partecipazione sia da parte degli addetti ai lavori e della stampa, sia di appassionati. In prima linea i vini siciliani ed i loro produttori, e poi esperti del settore, personalità istituzionali, ricercatori e grandi ospiti, come Oscar Farinetti, fondatore della nota catena alimentare di eccellenza Eataly, che ha visitato il padiglione grazie all’organizzazione dell’evento da parte di Cronache di Gusto.

Per Gaspare Baiata consigliere del consorzio Doc Sicilia è stato “un Vinitaly eccellente, con visitatori qualificati e interessati”. “Ho avuto la sensazione – aggiunge Filippo Paladino, vicepresidente del Consorzio Doc Sicilia – che durante questa edizione della fiera, sia emerso il desiderio da parte dei consumatori di assaggiare e scoprire il vino prodotto da agricoltura biologica”. Per Alessio Planeta, consigliere del Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, al Vinitaly era presenta “una clientela decisamente mirata e di buona qualità, tra cui spiccavano i tanti americani. Ho sentito diversi feedback sull’effetto positivo della campagna promozionale in America e sull’inizio di un nuovo entusiasmo dei mercati internazionali per la Sicilia”.

Successo infine registrato anche al Sol&Agrifood con 34 aziende partecipanti, anch’esse soddisfatte dell’esperienza. Piero Miosi, dirigente dell’area marketing dell’assessorato siciliani all’Agricoltura ha commentato: “Non vi è alcun dubbio che la Sicilia dell’olio non abbia niente da invidiare a regioni quali l’Umbria e la Toscana. In particolare, siamo imbattibili sul fronte qualità/prezzo. Ma il nostro punto debole è la mancanza di aggregazione”.

C.d.G.