Il progetto presentato dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia e dal presidente del consorzio Prosecco Docg Innocente Nardi
(Innocente Nardi, Luca Zaia e Ottavio Di Bella)
Ora è ufficiale: il dossier è pronto e poi si attenderà solo la decisione da parte del comitato dell’Unesco.
Le colline del Prosecco sono state candidate ad entrare a far parte della World Heritage List dell’Unesco, che racchiude i siti Patrimonio dell’Umanità. L’ultimo sito ad essere nominato è stato il percorso arabo-normanno con i comuni di Palermo, Monreale e Cefalù. Quello relativo al vino è stato Pantelleria, con il suo alberello, subito dopo le Langhe piemontesi.
Con il Prosecco, salgono a due i territori del vino che tentano di entrare nella lista Unesco: a breve sarà ufficializzata anche quella del Chianti Classico, come abbiamo anticipato noi di Cronache di Gusto nel magazine in distribuzione proprio alla fiera veronese.
“In mezzo a questo gran casino del Vinitaly – ha detto senza giri di parole il presidente Luca Zaia – ci ritagliamo uno spazio per presentare ufficialmente la candidatura delle colline del Prosecco alla World Heritage List dell’Unesco. Ottenere il riconoscimento è come vincere la Coppa del Mondo. E’ di una importanza incredibile”.
Per i giornalisti intervenuti, è stato proiettato un video che mostra la viticoltura del Veneto ed i suoi vigneti. “Questa io la definisco viticoltura eroica – ha detto Zaia – se pensiamo a come hanno modellato queste colline i nostri padri e i nostri nonni per ottenere un paesaggio simile, vengono i brividi. Il loro lavoro non sarà sprecato, ma consegneremo ai nostri figli una grande opportunità per gli anni a venire”.
Il Veneto, oggi, con i suoi 10 milioni di ettolitri di vino prodotti grazie alle sue 27 mila aziende, rappresenta il 20 per cento della produzione nazionale.
“Il Conegliano Valdobbiadene – ha detto Innocente Nardi – è una zona piccolissima, con 6.500 ettari di vigneto e 12 mila ettari di bosco. Abbraccia 15 comuni. Ma questa zona, così piccola, ha creato il fenomeno del Prosecco italiano nel mondo. L’obiettivo di questo riconoscimento non è quello di creare un museo a cielo aperto di questi vigneti, ma un territorio dinamico, che cambia, si modifica, sempre nel rispetto della Natura, come ha sempre fatto in tutta la sua stoia, mantenendo intatto il suo fascino”.
Il progetto è stato presentato dal curatore, Ottavio Di Bella.
G.V.