Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Vinitaly 2016

Analisi e prospettive del mercato russo, se ne parla al Vinitaly

08 Aprile 2016
mosca mosca

Convegno il 12 aprile organizzato dal gruppo Simple con il Castello Banfi


(Mosca)

In occasione della 50esima edizione di Vinitaly, il prossimo 12 aprile il calendario degli appuntamenti vedrà un importante convegno sul tema del mercato russo organizzato dal gruppo Simple con la collaborazione dell’azienda partner Castello Banfi.

Obiettivo del convegno è stimolare un confronto tra operatori del settore, basato sull’analisi dell’attuale andamento del mercato russo del settore wine and spirits, con un particolare focus sull’importazione di vino italiano in Russia, e una serie di riflessioni sulle prospettive di sviluppo future.
Il gruppo Simple è uno dei maggiori attori nel settore dei vini in Russia, nonché il leader di mercato nell’importazione di vini italiani e grappa. Al convegno interverranno i due fondatori del gruppo Simple: Maxim Kashirin, Ceo Simple Group e Anatoly Korneev, vice-presidente del gruppo. 
Al convegno si parlerà dell’attuale situazione del mercato russo e i possibili sviluppi; in quale direzione si può agire per affrontare le difficoltà legate all’attuale situazione di crisi dell’import in Russia e con quali strumenti; quali sono state le strategie che negli ultimi anni hanno consentito di sviluppare il mercato Russo per alcune aziende italiane: Business Cases e Best Practices
 
A partire dal 2014 la Russia ha vissuto un periodo di grandi difficoltà di carattere politico ed economico, culminate con le situazioni di crisi in Ucraina e Siria, che hanno causato un significativo crollo dei prezzi del petrolio, e conseguentemente una grave debolezza della moneta nazionale russa. Il periodo più drammatico è stato il 2015, e sebbene il Paese risenta ancora dei fattori di crisi esterni ed interni, ci sono i primi segnali di ripresa a dare speranza Per quanto riguarda il settore vinicolo e in particolare l’import di vino in Russia, il mercato russo dovrà confrontarsi ancora con le conseguenze delle decisioni politiche che hanno di fatto dato inizio ad un “embargo” sull’importazione dei prodotti agroalimentari anche dall’Italia. Le sanzioni su alcuni prodotti e, di conseguenza, l’aumento dei prezzi e la diminuzione dei servizi per i Fmcg (fast moving consumer goods) si sono sommati al generale contesto di instabilità economica, influenzando radicalmente le richieste da parte dei consumatori. Questa crisi è andata a colpire l’equilibrio molto vulnerabile del settore dei vini e dei superalcolici, che era stato conquistato dopo anni. In oltre 20 anni, Simple ha infatti cercato di costruire una vera “cultura del vino” sviluppando il potenziale commerciale e valorizzando l’identità delle aziende produttrici. 
 
Le richieste di vino italiano nel mercato russo sono state tradizionalmente determinate all’influenza di due fattori: il turismo e la cucina italiana. La crisi del 2015 e lo sfavorevole rapporto di cambio tra le valute hanno inciso pesantemente su entrambi questi fattori, con una radicale diminuzione del flusso dei turisti verso l’Italia (circa il 40% in meno basandosi sul numero di visti rilasciati) e uno stravolgimento delle preferenze dei consumatori nella scelta dei prodotti alimentari italiani, dovuto alle sanzioni sull’import di questi beni, con un forzato ritorno in voga della cucina russa a scapito della celebre cucina italiana.
La conseguenza è stata immediata e l’Italia ha visto diminuire lo spazio dedicato ai suoi prodotti sugli scaffali dei negozi e nelle carte dei vini dei ristoranti. Il consumatore ha iniziato a sostituire i prodotti di importazione non più disponibili con i prodotti locali, e questo non solo per una semplice ragione di accessibilità di prezzo, in assenza dell’influenza sfavorevole del cambio. Infatti il fattore psicologico ha avuto un grande peso, poiché i consumatori sono stati condizionati da una forte propaganda fondata sul recupero dello spirito patriotico anche nei consumi. Il risultato è stato che per la prima volta dopo anni la quota del vino importato è diminuita del 26%, contro un valore medio del 40% del passato.
Analizzando la situazione interna del Paese e dell’Europa, si può dire tuttavia che questa tendenza nei consumi può essere considerata come una contingenza temporanea, e si può pensare che l’Italia sia stata colpita meno di altri, anche grazie al ruolo politico e alla strategia nelle relazioni estere adottata del Premier italiano Matteo Renzi, e alle attività degli istituti italiani e dei Consorzi che non hanno cessato di alimentare con costanza l’interesse verso i prodotti Made in Italy. 
 
In occasione del convegno gli esperti parleranno in modo approfondito della situazione attuale del mercato del vino in Russia, esamineranno i dati e gli elementi principali della crescita precedente alla crisi, e dibatteranno sui fattori di cambiamento e sul modificarsi dei player di mercato, portando anche esempi concreti per superare il momento di crisi, e condividendo le loro riflessioni sulle nuove opportunità per il futuro. 
 

C.d.G.