Voglia di vini bianchi. Mossi. Semplici. Da berne a secchiate. O comunque versatili. È una tendenza che non conosce cedimenti.
Anche chi si cimenta con i metodo classico, anche chi ha una storia con vini bianchi e rossi che piacciono a mezzo mondo non rinuncia all’idea di piazzare una bandierina, pardon una bottiglia, sul versante dei vini petillant. Sarebbe riduttivo pensare che la motivazione sia solo commerciale. Sì, certo, vendere è importantissimo. Ma ci sono anche ragioni diverse. Castellucci Miano, cantina di Valledolmo, tra le Madonie e le alte colline della Sicilia più profonda è tra queste. Sampieri è la nuova etichetta di un vino perlant (è scritto pure sulla bottiglia) da uve Catarratto. Un’altra faccia del bere siciliano. “Questo vino – attacca Piero Buffa, direttore commerciale della cantina siciliana – è una nuova piccola scommessa. Da una parte la voglia di sperimentare su un vitigno straordinario come il Catarratto, dall’altra la voglia di produrre un vino trasversale, dalla grande bevibilità e che possa avvicinare i giovani, quella generazione Z di cui tanto si parla e che il mondo delle cantine vuole sottrarre a soft drink e superalcolici”.
Quaranta giorni di fermentazione e poi quell’effervescenza che piace da matti. Sampieri è il nome di una montagna che sovrasta i vigneti da cui nasce questo vino. Con la vendemmia 2021 ne sono state prodotte 18 mila bottiglie, con la 2022 le bottiglie diventeranno 30 mila. Costo scaffale 12 euro circa. Oggi Castellucci Miano è una realtà crescente apprezzata per vini sempre più centrati dove Catarratto e Perricone trovano variegate espressioni territoriali. Una produzione di 150 mila bottiglie, circa 50 ettari vitati, un valore medio cresciuto del 10/12 per cento negli ultimi tre anni, una quota export che si attesta attorno al 35 per cento. E tra le novità imminenti anche un Frappato. Dice Buffa: “Abbiamo scovato vecchie vigne di questa varietà per caso. Abbiamo deciso di farne un vino, appena seimila bottiglie, una chicca, anche in questo caso young oriented, ma non solo”. Tutto questo a Valledolmo, piccolo paese della provincia di Palermo, che non è esattamente un posto di passaggio. Ma il vino va. E promuove anche territori italiani poco conosciuti. Ed è questo l’importante.