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Vini e territori

Pietracupa regina dei bianchi campani. Ma attenti al Taurasi

13 Giugno 2012

di Fabio Cimmino 

L’azienda prende il nome da una pendice soleggiata ricadente nel comune di Montefredane, poco più di duemila anime, in provincia di Avellino.

Qualcuno li ha definiti “bianchi reattivi” quelli di Sabino Loffredo (nella foto). Vini scattanti, caratterizzati da un inconfondibile timbro minerale ed esuberante grinta acida. “Vini ricchi di personalità, fatti per essere bevuti , che si ricordano e si riconoscono”. Anche se in molti, incluso il produttore, probabilmente, non saranno d’accordo con me, ho sempre ritenuto un eccesso di “divertissment” le due selezioni speciali Cupo (fiano) e G (greco), entrambe prodotte solo nelle annate particolarmente favorevoli. Da un lato la voglia di Sabino, “istrione e capatosta”, di sfidare se stesso e di produrre dei bianchi di altissimo livello, capaci di affrontare il tempo e le etichette più rappresentative dell’eccellenza d’Oltralpe, di contro, comprendo, però, anche la frustrazione degli appassionati che non riescono ad arrivare, considerata l’esiguità di bottiglie, neanche ad assaggiare, talvolta, queste limitatissime produzioni.

Non importa dal momento che i suoi “base”, già, toccano il vertice qualitativo delle rispettive denominazioni d’appartenenza e rappresentano, inequivocabilmente ed egregiamente, filosofia produttiva e carattere del produttore. I bianchi di Sabino, poi, invecchiano tremendamente bene, benissimo e possono essere lasciati o dimenticati, a seconda dei punti di vista, tranquillamente, in cantina. Un motivo in più anche per i ristoratori alle prese con la crisi che affligge, di questi tempi, in particolar modo le carte dei vini inesorabilmente afflitte da una cronica mancanza di rotazione.

So che è professionalmente scorretto recensire i vini senza voler fare riferimento ad un’annata precisa ma nel caso di Pietracupa penso che un’eccezione mi potrà essere facilmente perdonata. Uno dei grandi pregi dei vini di Sabino è, infatti, l’estrema affidabilità con cui riesce a proporre le sue etichette salavguardando il suo stile unico ed inimitabile grazie ad un’illuminata capacità interpretativa in grado di gestire attentamente ogni vendemmia senza soffrire esageratamente imprevisti e capricci metereologici.

Il greco è ottenuto dalle uve provenienti, per la maggior parte, dalla vocatissima S.Paolina. Alla vista si presenta decisamente brillante, paglierino carico dai riflessi verde-oro. Al naso coniuga mirabilmente sobria intensità e notevole eleganza. Una pulizia olfattiva che consente di rivelarne tutta la sua ampiezza attraverso delicati riconoscimenti fruttati (inaspettatamente, ma solo per chi non ha la fortuna di frequentare con regolarità i migliori esempi della denominazione, di frutta a bacca rossa), erbacei e spiccatamente minerali. Al palato è piacevolmente fresco, sapido ed asciutto nel finale. Il nerbo, teso e vibrante, propone una progressione verticale che non impedisce di allungarsi in un finale generoso ed appagante.

 Il Fiano di Avellino è ricco e complesso, esotico ed agrumato, esuberante al naso, carnoso e profondo al palato. I toni floreali ed erbe aromatiche, di ginestra, anice, camomilla e salvia, sono impreziositi, anche in questo caso, da fulgidi riflessi minerali, timbro irrinunciabile dell’areale di Montefredane. Elegante e raffinato all’olfatto, in bocca da il meglio di se’: equilibrato e piacevole, lungo e persistente nel finale. In questi anni, però, ho imparato ad apprezzare l’elevata costanza qualitativa con la quale questa piccola azienda ha saputo proporsi anche sui rossi.

Con un rosso il papà di Sabino mi accolse, ormai più di dieci anni or sono, in occasione della mia prima visita in cantina. Oggi il suo Taurasi è tra i più richiesti ed affidabili della denominazione. E ricordate: Sabino, nella vita come nel lavoro, non ama compromessi, se vi capita, pertanto, di incrociarlo ad una degustazione o ad un banco d’assaggio non fate caso al suo fare talvolta un po’ burbero o scostante con quel suo sguardo fiero tra il severo e l’ironico. Si fida solo del suo istinto, naviga “a pelle” come direbbero alcuni. Siate semplicemente voi stessi e lui sarà lo stesso con Voi: orgoglioso, onesto e leale come un “vecchio” lupo irpino.

Le foto sono di: Mauro Erro autore di ilviandantebevitore.blogspot.com 

Pietracupa
Via Vadiaperti 17
83030 Montefredane (Av)
Tel. 0825607418