di Massimiliano Montes
Le dispute legali iniziate nel 2006 a Saint Emilion, denominazione del Bordeaux, continuano senza sosta, come in una tragica commedia “noir”.
La denominazione di Saint Emilion è l'unica al mondo sottoposta a un processo di revisione decennale. Allo scadere della revisione nel 2006, alcune aziende hanno contestato la loro retrocessione o la perdita della classificazione impugnando le decisioni dell'INAO, Institut national de l'origine et de la qualité, che in Francia è deputato a regolamentare le AOC. Il tribunale diede loro ragione e l'INAO dovette rifare tutto daccapo, analisi e degustazioni con panel ultra selezionati anche su indicazione della corte francese. (Il caso è stato raccontato anche su Decanter.com)
I risultati determinarono nel 2010 l'approvazione di una nuova classificazione, con 72 aziende che ricevevano la denominazione, per 880 ettari complessivi, ovvero il 16% dei 5.500 ettari di vigneti di Saint Emilion. La nuova classificazione doveva entrare in vigore dalla vendemmia 2012, ma non è stato così. Chateau Croque-Michotte, Château La Tour du Pin Figeac, e Château Corbin-Michotte hanno impugnato la nuova classificazione dinanzi al Tribunale amministrativo di Bordeaux. Con la nuova classificazione Corbin-Michotte ha perso lo status di Grand Cru Classé, Croque-Michotte si è vista rifiutata la promozione da Grand Cru a Grand Cru Classé. Chateau La Tour du Pin Figeac è l'unica azienda tra quelle che nel 2006 avevano impugnato le decisioni dell'INAO non accettando la perdita della denominazione, che la classificazione del 2010 non ha reintegrato.
Tralasciando l'aspetto inevitabilmente ironico della vicenda, viene da chiedersi cosa accadrebbe se tutti i retrocessi non accettassero le retrocessioni. I tribunali di Bordeaux dovranno dotarsi di una sezione dedicata alle “degustazioni giudiziarie” e magari vedremo nascere una nuova specializzazione tra i consulenti dei Giudici: il degustatore tecnico d'ufficio.