di Fosca Tortorelli
Entità e identità, queste le parole usate e più volte sottolineate da Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio delle Colline Teramane, nel corso della presentazione dell’anteprima 2022.
Un evento intitolato “La nostra anteprima – The cool on the hills”, una scelta non casuale, come ha ricordato il presidente Enrico Cerulli Irelli: “L’abbiamo chiamata così perché siamo usciti dai canoni delle anteprime tradizionali, occasione in cui vengono presentate solo le annate da disciplinare, nel nostro caso sarebbero state solo la 2020 e la 2018. Noi invece abbiamo messo in campo tutte le annate che stanno o che usciranno a breve sul mercato, proprio per dare una rappresentazione onesta dell’attuale mercato delle Colline Teramane, sono infatti stati esclusi i vini già presenti sul mercato”. Ma che cosa significa “identità” nel suo senso logico? Il concetto di identità (dal tardo latino identitas, -atis, derivazione di idem) sta a significare la medesima cosa. Siccome in natura ogni essere umano, ogni animale e ogni cosa sono praticamente unici, originali e irripetibili, parlare di “identità”, nel senso letterale del termine, sarebbe una contraddizione e un paradosso. Se la prendiamo da un punto di vista estrinsecamente esegetico o interpretativo, esaminandola e valutandola come peculiarità generale o come generica e riassuntiva similarità, affinità, compatibilità, allora, il significato ed il senso di questo vocabolo possono essere senz’altro focalizzati.
(Vigneti con vista mare – ph Marina Spironetti)
“No entity without identity” – come sostenuto dal filosofo, logico e accademico statunitense Willard Van Orman Quine – ossia nessuna entità è ammissibile nell’ontologia di una data teoria se di quell’entità non possediamo un criterio d’identità. Lo stesso concetto è stato espresso da Enrico Cerulli Irelli, presidente del Consorzio delle Colline Teramane, che nel corso della presentazione dell’anteprima 2022, ha dichiarato: “La nostra realtà produttiva è una denominazione che cresce e guarda al futuro. Uno sforzo congiunto che ci auguriamo possa abbracciare sempre di più la città di Teramo e tutto il territorio, diffondendo quello spirito che contraddistingue le Colline Teramane ed i suoi produttori che con le loro storie ed il loro coraggio continuano a costruire l’identità e il destino di questa denominazione”. Un’iniziativa che ha messo in campo tutta una serie di sinergie tra enti e tessuto produttivo. Ricerca costante della qualità, spirito di gruppo, obiettivi comuni, sono solo alcuni dei concetti che vogliono rendere le colline teramane come un grande coro, dove ogni singola voce risulta armonicamente integrata.
(Un momento dell’anteprima)
Le colline Teramane sono state una sorta di portabandiera per il territorio e per le denominazioni vitivinicole che ne fanno parte; infatti, quella delle Colline Teramane è stata la prima Docg in Abruzzo, nata nel 2003, che il prossimo anno festeggerà i suoi vent’anni. La strada da fare per la crescita e la valorizzazione di questa identità è ancora lunga, ma senza dubbio sono stati mossi i primi passi. Dagli assaggi fatti e dalle visite nel territorio, emergono ancora situazioni disomogenee, ma senza dubbio si evince la voglia di darsi da fare e di crescere insieme. Ad ogni modo i produttori delle Colline Teramane si sono imposti regole di lavoro severe unite a un disciplinare rigoroso, optando sempre più per l’uso di pratiche agricole improntate alla sostenibilità ambientale. Oltre il 70 per cento delle aziende opera in regimi di qualità certificata come il Biologico o la Lotta integrata e vede un disciplinare di produzione decisamente più restrittivo rispetto a quello del Montepulciano d’Abruzzo doc con rese non superiori ai 95 quintali per ettaro (per il Montepulciano d’Abruzzo Doc sono 140); l’obbligo di vinificazione e imbottigliamento all’interno della zona di produzione e l’immissione sul mercato non prima di un anno per la versione giovane e 3 anni per la riserva.
(Calanchi e vigne – ph Marina Spironetti)
Importante è la collaborazione continua con l’Università e l’Istituto Agrario di Teramo che mantiene viva la tensione verso il miglioramento della qualità attraverso l’implementazione delle conoscenze e dell’innovazione tecnologica. L’area di produzione abbraccia l’intera collina litoranea ed interna della provincia di Teramo ed è caratterizzata, a est, da ampie colline che scivolano verso il mare Adriatico e dalla presenza imponente del Gran Sasso e dei Monti della Laga, a nord–ovest. Le colline teramane sono inoltre caratterizzate da una configurazione idrografica particolare, con quattro valli rigate da altrettanti fiumi – Vomano, Tordino, Salinello, Vibrata – che garantiscono una riserva idrica utile a fronteggiare le sfide che il cambiamento climatico sta ponendo oggi, e sempre con più urgenza, agli agricoltori.
Poco meno di quaranta i campioni in assaggio che hanno dato una forbice ampia delle annate dalla 2015 alla 2020 per il Colline Teramane Docg, e dalla 2011 alla 2017 per il Colline Teramane Riserva Docg. Sicuramente hanno dimostrato questa voglia di identità e di maggiore snellezza i campioni più giovani, segnale che dimostra un cambio di rotta e una maggiore consapevolezza della propria materia prima, oltre alla ricerca di eleganza. In diversi campioni tra i Riserva e non, ancora si è riscontrata un’eccessiva presenza di legno e una concentrazione che va a chiudere le peculiarità del Montepulciano. “Il Montepulciano è sicuramente un vino importante e di grandi sfaccettature – come ha ricordato anche Gianni Sinesi, sommelier del Reale Casadonna di Castel di Sangro – Bisogna solo imparare a leggere il territorio nelle sue diversità e l’impronta stilistica che ciascun produttore vuole dare ai propri vini, senza mai perdere di vista l’eleganza che l’uva Montepulciano racchiude. Lo stile sta cambiando, tutto questo fa parte della nuova generazione”.
(Campioni in degustazione)
Di seguito i migliori assaggi emersi dalla degustazione:
Colline Teramane Docg Le Murate 2020 – Nicodemi (Zona Notaresco)
Un vino di carattere e dalla forza espressiva, dove emergono note di radice e agrumi.
Colline Teramane Docg Orsus 2019 – Fosso Corno (Torano Nuovo)
Interessante la dinamica del sorso, con nuance fruttate di lampone e bacche mirto.
Colline Teramane Docg Gruè 2019 – Cerulli Spinozzi (Canzano)
Bouquet gradevole, con note di mora e nuance floreali; freschezza al palato, ma ancora leggermente scomposto nel sorso, ma senza dubbio un vino con una bella potenzialità.
Colline Teramane Docg La Regia Specula 2019 – Contucci Ponno (Roseto degli Abruzzi)
Buon frutto ed eleganza, un vino di personalità, ben centrato.
Colline Teramane Docg Cortalto 2018 – Cerulli Spinozzi Canzano
Note terrose, piccoli frutti selvatici a bacca nera, spezie e ricordi di macchia mediterranea. Elegante e coinvolgente nel sorso.
Colline Teramane Docg Santa Maria dell’Arco 2015 – Faraone (Giulianova)
Complesso e sfaccettato, con note di erbe officinali, una speziatura discreta e una coinvolgente vena balsamica, con richiami mentolati di eucalipto. Al palato il tannino è presente, profondo e consistente.
Colline Teramane Docg Riserva Castellum Vetus 2017- Centorame (Atri)
Elegante e fresco nel profumo succoso e beverino profondo e coinvolgente, fresco, solare, godibile.
Colline Teramane Docg Riserva Terra Bruna 2017 Podere Colle San Massimo (Giulianova)
Gioviale, piacevole ed espressivo, con richiami floreali, di macchia mediterranea e fruttati di ciliegia nera; piacevole succosità al palato.
Colline Teramane Docg Riserva Fonte Cupa 2016 – Montori (Controguerra)
Leggera chiusura iniziale, che pian piano si apre su note fruttate di piccoli frutti e tracce balsamiche. Abbastanza avvolgente al palato, slanciato ed elegante.