Uno dei dati forniti sul mercato all'Anteprima Chianti Classico Collection insieme alle novità decise dal Consorzio
Zingarelli presenta i dati mercato
da Firenze Manuela Laiacona
Il Chianti Classico non teme la concorrenza dei rossi della nuova epoca enologica nazionale.
Tutt'altro che tramontato, ha ripreso a crescere ed è in piena Revolution. “Finché la partita si gioca sull'alta qualità e sulla migliore espressione del territorio, questo non può che fare del bene a tutti”, lo ha detto Sergio Zingarelli, il presidente del Consorzio Chianti Classico, poco prima di presentare in conferenza stampa l'anteprima Chianti Classico Collection, giunta alla ventesima edizione ai giornalisti venuti da ogni parte del mondo alla stazione Leopolda di Firenze.
Certo il re toscano non vive il momento più felice, ma sta tagliando traguardi importanti, passi che confortano i produttori nel cuore della Toscana, che dal 2009, l'anno più nero come lo ha definito Zingarelli, hanno dovuto riprendersi gradualmente. La geografia dei mercati è cambiata, con il Canada in testa come primo Paese per l'export, l'Usa in seconda posizione e con la Germania reattivo come primo sbocco tra quelli europei. Il Chianti ha perso quote di mercato in Italia che non dimostra più le stesse performance precedenti alla crisi. Buone prospettive si delineano ai nuovi orizzonti del mercato, in Cina e Russia.
Questa evoluzione la denominazione la sta affrontando con un nuovo dinamismo, a seguito delle recenti decisioni prese dal Consorzio, su cui si è già discusso e che sono state illustrate ufficialmente all'anteprima da Zingarelli. Cambiamenti “epocali” li ha definiti il presidente, intrapresi per riposizionare la denominazione, per renderla congrua alle dinamiche del mercato e più forte dinnanzi alla pressante concorrenza regionale e internazionale. “Sono da intendersi anche come risposte alle esigenze delle cantine – ha ribadito Zingarelli- che hanno dovuto affrontare grandi investimenti nel vigneto per migliorare la qualità e per rafforzare la loro immagine, al fine di rendere l'offerta il più possibile chiara”.
La prima novità riguarda la tipologia Gran Selezione, voluta per spingere ancora più in alto il posizionamento nel mercato del prodotto e su una fascia di prezzo più consistente. Sottostà a nuovi parametri chimico/fisici ed organolettici. Tanto che prima di ricevere tale classificazione il campione deve superare il test della commissione d'assaggio. Deve essere prodotto dalla stessa azienda che imbottiglia. Un vino che non può uscire sullo scaffale prima dei 30 mesi dopo la vendemmia. Rappresenta il 5/7 per cento della produzione. Le prime bottiglie di Gran Selezione potrebbero uscire a luglio con il millesimo del 2010.
Anche per la Riserva sono state introdotte nuove regole al fine di blindare ancora di più la qualità. Con l'obbligo di presentare il vino alle commissioni di assaggio per l'idoneità che deve rispondere ad ulteriori criteri introdotti relativi all'aspetto organolettico e chimico. Nuova procedura, poiché prima bastava che il produttore dichiarasse l'intenzione di fare del suo vino vecchio di due anni una Riserva.
Ulteriore novità riguarda il trasferimento del vino sfuso tra aziende che ricadono nell'areale del Chianti Classico. Cambiano le regole. Prima si faceva comunicazione all'organo di controllo, 48 ore prima del trasferimento, ora invece il vino sfuso, secondo le nuove disposizioni, deve essere anch'esso sottoposto ad analisi qualitativa e solo se coerente con i parametri stabilititi del Chianti Classico può essere bollato come tale e mandato all'azienda imbottigliatrice.