Si chiama “Adottate un mandorleto nella città del barocco siciliano”.
Si tratta di un'iniziativa che sarà lanciata a breve e di cui sono promotori Carlo e Corrado Assenza firme nel rinomato Caffè Sicilia di Noto e da Francesca Neonato di Pn studio. L'obiettivo è il rilancio della mandorla di Noto, declassata a frutto secco di serie B a causa dei concorrenti mondiali, che vengono venduti sul mercato a prezzi più bassi, ma non hanno le caratteristiche fisiologiche ed organolettiche del frutto siracusano.
“Nell'ultimo ventennio in provincia di Siracusa i mandorleti si sono ridotti di due terzi – dicono i promotori dell'iniziativa -. Inoltre i mandorleti sono ormai obsoleti e si rischia, oltre alla perdita di un paesaggio di rara bellezza, la perdita di saperi e tradizioni legati ad una cultura materiale del mondo contadino”. La coltivazione delle mandorle nel territorio di Noto ha costituito per centinaia di anni una fonte di reddito agricolo ed ha intrecciato la sua presenza con le architetture barocche. “Non solo la mandorla ha trovato nelle colline attorno a Noto il suo ambiente naturale – continuano i promotori – ma anche ha costituito un paesaggio unico, che tutela l'ambiente e l'identità culturale della comunità”.
Sono due le specie di mandorle che sono state coltivate in queste zone con notevole successo: la Pizzuta e la Romana. Adesso, però, la mandorla di Noto è in serio pericolo di estinzione, visto che sul mercato si trovano quelle di minor pregio e vendute a prezzi inferiori, che stanno provocando la lenta ed inesorabile regressione della coltivazione della mandorla di Noto. I tre promotori dell'iniziativa hanno accettato di impegnarsi a consumare la mandorla di Noto ed a riconoscere i prodotti che vengono realizzati con essa, oltre a diffonderne la conoscenza. L'iniziativa sarà presentata anche al Salone del Gusto che si svolgerà a Torino dal 25 al 29 ottobre dove sarà possibile firmare la petizione “Salviamo il paesaggio della mandorla in val di Noto”.
G.V.