Se si è indecisi sulla tipologia di bollicine o sulle etichette con cui brindare l'ultimo dell'anno e da abbinare alle portate del cenone, Enoteca Italiana dà preziosi consigli al riguardo.
Una lunga carrellata di grandi vini corredata di consigli su come, quando degustarli e con che cosa abbinarli. Per la prestigiosa istituzione riconosciuta con Decreto del Presidente della Repubblica e che valorizza e promuove il meglio della realtà vitivinicola nazionale, parla Salvatore de Lio, manager dell'Enoteca.
Ed ecco i consigli.
– Aperitivo augurale o predinner con Spumante “metodo classico”. Tra i più classici la Franciacorta o il Trento Doc da servire a temperatura intorno a 8°/10°, ottimi anche a tutto pasto. In alternativa bollicine dell’Oltrepò Pavese a base di Pinot Nero. Rimanendo sul tradizionale i tanti spumanti “metodo martinotti”con alfiere il Prosecco.
– Per il cenone ecco suggerito qualche abbinamento con la cucina regionale. Al nord ai tortellini in brodo si può abbinare un vino bianco fermo, morbido oppure una Bonarda o un Lambrusco emiliano. Con primi caratterizzati da sughi con carne o cacciagione: dal Nebbiolo o Barbera piemontese, al Chianti o igt Toscani, dai siciliani Nero d’Avola e Cerasuolo Vittoria, ai pugliesi Primitivo di Manduria e Negroamaro, fino al Montepulciano d’Abruzzo, vini freschi, giovani e di gradazione media. Sulle tavole della Sardegna con i ravioli ripieni di patate e pecorino sardo fatti a mano, chiamati Culurgiones, ideali i vini Nuragus di Cagliari (bianco, per i condimenti più leggeri) o Carignano del Sulcis (rosso, per condimenti con pomodoro o carni). Se il menù prevede pesce abbinare un Vermentino (Lunigiana, Sardegna o Toscana), oppure un Fiano di Avellino, una Falanghina campana, un Roero Arneis piemontese, un Verdicchio di Jesi oppure un vino veneto come il Soave Superiore. In Toscana con le carni come arrosto di faraona, anatra, fegatelli e cacciagione da abbinare il Chianti Classico Docg, oppure un Morellino di Scansano o un Bolgheri. Con la cucina Umbria il Torgiano o il Sagrantino di Montefalco. La cacciagione (cinghiale, capriolo, lepre) in umido abbinata a vini ancora più strutturati e dai tannini possenti come il Barolo, il Brunello di Montalcino, di grande corpo come l’Amarone della Valpolicella, oppure a un Vino Nobile di Montepulciano avendo cura di scegliere fra quelli più robusti. Consigliati anche i vini monovitigno autoctoni: per i bianchi Verdeca, Bombino, Pecorino Passerina, Grillo, Inzolia, Trebbiano, Traminer, per i rossi Aglianico, Canaiolo, Colorino, Cannonau, Ciliegiolo, Gaglioppo, Fumin, Ruchè. Abbinato al tradizionale bollito, una Barbera vivace o il già citato Lambrusco. Nelle tavole del Lazio impera il capitone e con questo pesce è consigliato un rosso giovane, dal gusto secco, sapido, con profumo floreale, come il Rossese di Dolceacqua. Con i piatti tradizionali ideale anche un Circeo Rosso Doc o un Moscato di Terracina secco, cambiando genere e regione, un Vernaccia di San Gimignano. Scendendo in Calabria con lo stocco di Cittanova, il più noto stoccafisso di antica memoria, da abbinare un Cirò rosato. Un capitolo il manager lo dedica ai grandi vini Rosati nelle varie tipologie, Spumante, Frizzante o Tranquillo, consigliando di servirli ad una temperatura leggermente alta, sui 12/14 gradi: l’unica doc Rosato d’Italia, Castel del Monte, quelli prodotti da Negroamaro, Uva di Troia, Montepulciano, Pinot Nero, Raboso, Sangiovese e Aglianico. Con i crostacei suggerito in abbinamento un Traminer aromatico dell’Alto Adige. Per i pesci di carne bianca cotti al sale o alla griglia, invece i vini di un’altra regione dai grandi bianchi: il Friuli Venezia Giulia, come un Friulano del Collio o una Ribolla Gialla. Cambiando genere ma rimanendo tra i bianchi per le tavole della Sicilia scegliere un Grillo, un Catarratto o l’Inzolia oppure in Campania una Falanghina, un Fiano di Avellino o il Greco di Tufo.
– Per il gran finale con i dolci: dal pandoro veneto al panettone milanese va abbinato un Asti spumante o Moscato d’Asti, in alternativa il Moscadello di Montalcino. In Toscana con i tradizionali dolci come il Panforte e i Ricciarelli d’obbligo il Vin Santo toscano, in alternativa il Marsala siciliano o la Vernaccia liquorosa sarda. Per le torte classiche con la crema ottimi il Moscato di Pantelleria e di Noto, la Malvasia delle Lipari o lo Sciacchetrà delle Cinque Terre. Per le torte al cacao il veneto Recioto della Valpolicella oppure il Picolit friulano. Per gli amanti del cioccolato consigliato il Barolo chinato abbinato ad un fondente ricco di cacao (70 per cento) oppure l’Aleatico o il Refrontolo passito.