L'altro giorno ha chiamato un ristoratore amico, patron e chef di un locale gourmet. Per segnalare una tendenza che già fa tremare le vene ai polsi degli addetti ai lavori.
Coppia giovane, sorridente, ben vestita. Lui forse professionista, lei forse bancaria. Prenota per cena, arriva, si siede, sfoglia il menu, sbircia la carta dei vini. E ordinano: due mezzi primi piatti, un dessert e due calici di vino. In totale meno di trenta euro. Non è stato un caso isolato. La faccenda si è ripetuta in altre occasioni, commensali diversi ovviamente. E così il mio amico ristoratore si è preoccupato.
“È una nuova moda? Saremo costretti a tenere brigate di cuochi in cucina per tirare fuori quattro piatti a sera per venti coperti?”. La risposta la possiamo abbozzare.
Il momento economico di difficoltà sta giocando un ruolo determinante a tal punto che in Italia si stanno modificando i nostri stili di vita. La Fipe sforna dati a livello nazionale che scoraggiano ogni timido ottimismo con le chiusure dei locali che ormai da qualche tempo superano le aperture, non solo nelle zone più depresse della Penisola ma da Bressanone a Pantelleria.
Di soldi in giro ce ne sono pochini. C'è tanta sfiducia e un po' di paura. Naturale aspettarsi che la gente mangi ancora fuori casa. Ma che voglia spendere poco. Poi c'è un'altra motivazione. Il salutismo dilagante che ci obbliga a mangiare poco. Che ci ossessiona con le calorie. Che ti mette lo spauracchio su tutta una serie di ingredienti. E che alla fine se vai al ristorante e mangi poco, pochissimo, sei pure un figo. Attenzione: che ci siano scelte salutiste va bene, purché non ti privino del piacere del cibo. Se cominci a mangiare farro e cavolo nero è una scelta condivisibile.
E ci sono tanti chef che si stanno cimentando su questi versanti. Ma se per essere salutista devi rinunciare al piacere di mangiare, no, non ci stiamo. Mangiare deve restare un piacere. Che fa bene al nostro corpo e agli ormoni che poi sono i registi e i custodi del nostro sistema immunitario. Certo, se vai al ristorante gourmet non fai bella figura se ordini un piatto e il conto. Ma così è.
E forse bisogna prepararsi, non dico al peggio, ma a qualcosa di simile. Perchè se non viene nessuno nel tuo locale cominci a reagire. Se invece hai il locale pieno e non riesci a produrre un certo fatturato è anche peggio. Bene fanno quei ristoratori che ormai differenziano la proposta tra pranzo e cena. Mentre è più che giustificata la crescita esponenziale di enoteche con cucina, macellerie con cucina, fornai che diventano pizzerie e via dicendo. Con buona pace di chi pensa che in Italia l'alta qualità si trovi solo nell'alta ristorazione. Non è più così, la situazione é destinata a cambiare. Già l'offerta del vino nei locali è stata stravolta. E se non fosse per la moda degli aperitivi e degli happy hour e del dilagante prosecco, la vedrei veramente dura per i consumi di vino in Italia. Comunque sapremo presto se l'idea delle mezze porzioni e del piatto unico diventerà davvero una moda oppure no.
F. C.