Claude Giraud
Anche per il legno bisogna parlare di terroir.
E' altrettanto importante, come lo è determinante per il vino. E proprio per garantire la massima caratterizzazione della qualità del prodotto che va in bottiglia, un produttore della Champagne ha lanciato un appello ai suoi colleghi invitandoli a ritornare a utilizzare il legno del territorio. Non basterebbe la qualità pregiata dei soliti legni noti, a influire sul prestigio di un vino sarebbe proprio la provenienza locale del legno, quanto più possibile a km 0 se così vogliamo dire, in cui esso affina e si evolve. L'autore dell'appello è stato Claude Giraud, a capo della maison incastonata tra la valle del Marna, le colline di Reims e la Côte des Blancs, è l'unico nella Champagne, oggi, ad usare botti fatte con il legno proveniente dalla foresta di Argonne, nella Francia nord-orientale, dove crescono le quercie e un tempo fonte di approvvigionamento per molti bottai della regione. In quell'area ve ne erano più di 180 negli anni '50, trent'anni dopo chiudeva i battenti l'ultimo rimasto.
Giraud sostiene che “non esistono grandi vini senza una grande quercia”. Il produttore vent'anni fa ha avviato un progetto di ricerca sugli effetti del suolo e del microclima sulla quercia destinata alla lavorazione della botte, per capire l'influenza delle condizioni pedoclimatiche sul vino attraverso questo legno, consapevole di quanto il sottosuolo può determinare la struttura e consistenza del vino. Sono state selezionate alcune particelle di foresta, e i legni prelevati in queste sottopposti a stagionatura per tre anni per poi essere trasformati in barrique destinate all'affinamento di Chardonnay e di Pinot. I risultati del progetto effettivamente hanno confermato l'intuizione di Giraud, il quale ha compreso anche le potenzialità commerciali e di marketing, e in questo caso soprattutto in termini di sostenibilità, che può avere il ritorno al legno locale.
In un'epoca in cui la differenziazione nel mercato la si gioca a suon di terroir, tipicità e identità autoctona, tale strada vale anche per l'origine della botte. Ma i produttori francesi, se bravi ad avere esportato nel mondo il concetto di terroir, e su cui hanno basato tutta la loro forza, hanno sottovalutato l'importanza del luogo per il legno. Il progetto di Giraud non è però l'unico di questo genere, in Francia solo un'altra azienda ha deciso di mandare avanti questi studi, Chateau Latour a Bordeaux, che sta analizzando il terroir della foresta di Tronçais, si estende nel dipartimento dell'Allier in Alverina, principalmente costituita da alberi di rovere al 95%.
C.d.G.
fonte: decanter.com