I sette vitigni reliqua della Sicilia del domani sono stati i protagonisti della masterclass condotta da Antonio Sparacio, Salvatore Sparla e Titti Casiello.
Si tratta di vitigni autoctoni che rischiavano di andare persi e sono stati recuperati dall’Irvo, l’Istituto Regionale vini e olii di Sicilia. Fanno parte del patrimonio culturare italiano, al momento sono 500 i vitigni censiti e molti altri attendono di essere inseriti. Durante il tasting è stato evidenziato che l’aumento delle temperature è una delle cause che determinano la riduzione della biodiversità. Una delle leve per adattare la viticultura ai cambiamenti climatici consiste nello sfruttare le diversità delle varietà di vite. L’1% dei vitigni, (12 varietà su 1.100 varietà di uve da vino coltivate), occupano circa il 45% dei vigneti del mondo. In Cina, Australia e Nuova Zelanda, questa percentuale sale oltre l’80%. In Cina per esempio il 75% delle superfici vitate è costituito da una sola varietà, il cabernet sauvignon. I sette vitigni si sono rivelati realtà interessanti, più o meno pronti, sono ancora in fase di evoluzione e riserveranno sicuramente delle sorprese.
Note di degustazione:
Facci Lorda 2021
Il vitigno è stato recuperato dall’IRVO sui monti Nebrodi, il vigneto è a Chitarra, Marsala. Raccolta seconda metà di agosto. Il tenore acido è inferiore rispetto agli altri autoctoni più noti ma lascia il segno. Al naso, note fruttate e floreali.
Austina Bianca 2021
Il vitigno è stato recuperato nei dintorni di Cefalù dal Cnr. Vigneto a Chitarra, Marsala. Data di raccolta fine agosto. All’inizio c’erano solo due vigne, si è riusciti a creare un intero filaro. L’origine del nome è sconosciuta, molto spesso è associato a quello del proprietario. Al naso sentori vanigliati e di frutta matura. La percezione in orizzontale è molto lunga, ampia la salinità.
Bianchetta 2019
Il vitigno è stato introdotto in Sicilia nella zona di Pedaran negli anni ’20 per opera di un viticoltore innovativo che l’utilizzava in purezza per produrre un vino destinato esclusivamente ad essere esportato in Francia. Il vitigno è stato recuperato dall’università di Catania. Raccolta prima metà di settembre. Al naso emergono la mineralità e la nota vegetale. Sorso persistente.
Pannufino 2020
Vitigno recuperato dall’Irvo sui monti Nebrodi. Raccolta fine agosto. E’ il secondo anno che viene vinificato. E’ un vino non particolarmente impegnativo. Molto forte la nota di incenso, il tannino è preponderante.
Lucignola 2020
Il vitigno è stato recuperato dal dipartimento regionale agricoltura nel messinese, monti Nebrodi. Raccolta seconda metà di settembre. Deriva dall’impollinazione tra san giovese e un’altro varietà ignota. Al naso note floreali, intense e piacevoli. Buona acidità e struttura. Ha qualche similarità con il frappato. Vino pronto e persistente.
Prunestra 2020
Vitigno recuperato dal Dipartimento regionale agricoltura nel messinese. Vigneto a Verbumcaudo, Palermo. Vendemmia seconda settimana di settembre. Già conosciuto nel ‘500 è diffuso anche in Calabria. Non indifferente la presenza di pruina, non è molto sensibile alle malattie. Al naso note speziate, cioccolata sul finale. Dicreta la persistenza.
Pastena 1612 (2020)
Vitigno recuperato dall’Irvo nel trapanese. Vigneto a chitarra, raccolta fine settembre. E’ stata condotta una sperimentazione nella vinificazione nella versione come novello e rosè. Dotato di importante carica polifenolica.
Annalucia Galeone
LA GALLERY (ph Vincenzo Ganci)