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Taormina Gourmet 2019

Due territori, 12 espressioni. E riconoscere il Barolo dall’Etna non è così scontato

27 Ottobre 2019
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(ph Vincenzo Ganci)

di Fosca Tortorelli

Visto il successo riscosso pochi mesi fa alla vigilia di Contrade, nell’ambito di Taormina Gourmet 2019, si ripete questa interessante degustazione che vede protagonisti due grandi denominazioni del territorio italiano, l’Etna Rosso e il Barolo. 

Ben dodici i campioni scelti, sei espressioni di Barolo e sei espressioni di Etna, tutte dell’annata 2015 e rigorosamente alla cieca, per “giocare” e apprezzare le assonanze e le differenze tra questi grandi rossi. Abile conduttore del gioco Federico Latteri di Cronache di Gusto, in compagnia di Massimo Lanza e Alessandra Piubello, una breve panoramica sull’annata prima di tuffare il naso nei calici e apprezzare le sfumature dei dodici campioni. Le sei espressioni di Barolo provengono tutti dai 5 comuni principali, mentre le sei dell’Etna rosso sono tutte del versante nord. Per tutti parliamo di annata 2015 che a Barolo, dopo un 2014 problematico, è stata una bella annata, connotata da un corretto approvvigionamento idrico, un’estate calda connotata da una vendemmia anticipata che dovrebbe dare componente tannica robusta. Sull’Etna al contrario l’annata è stata fredda, con un inverno molto rigido, ma tutto sommato è stata positiva e nonostante le difficoltà, i vini stanno venendo fuori con il tempo. Parliamo senza dubbio di vini di territori diversi, ma possiamo senza dubbio riscontrare alcuni aspetti che li accomunano. 


(ph Vincenzo Ganci)

Ci troviamo davanti a grandi terroir, come nelle langhe si parla di menzioni geografiche, sull’Etna si parla di contrade; siamo in prevalenza davanti a vini connotati da monovitigno, anche se in Etna si parla di Nerello mascalese e cappuccio, il trend sta andando verso l’uso del solo Nerello Mascalese. Siamo inoltre in presenza di vini accomunati anche da una tonalità di colore che varia tra il rosso rubino e il rosso granato più o meno scarico, con le ovvie differenze di sfumature. Inoltre i vini dell’Etna e di Barolo non sono vini estrattivi e di corpo, ma basati sull’eleganza. Se poi pensiamo alla trama tannica, nel nebbiolo avremo senza dubbio tannini energici mentre nel nerello avremo un tannino che si colloca idealmente a metà tra il tannino gentile del pinot e nero e il tannino incisivo del nebbiolo. 


(ph Vincenzo Ganci)

Oltre alla composizione del suolo, altra differenza da sottolineare è senza dubbio la quota altimetrica, infatti mentre le vigne di Nebbiolo si trovano tra i 180 e i 450 metri sul livello del mare, le vigne etnee si trovano dai 400 ai mille metri. Si entra nel vivo della degustazione, con discrete sorprese e con alcuni campioni che dividono gli intervenuti in merito alla provenienza. Le due tipologie mostrano un profilo aromatico e gustativo senza dubbio rivolto all’eleganza, con alcuni campioni particolarmente coinvolgenti e complessi, una definizione tannica in linea generale precisa e mai fuori corda, con suggestioni floreali che si riscontrano in netta prevalenza nei campioni che poi si riveleranno essere i nebbioli langaroli, con note distintive di violetta e di rosa. Frutto e spezie e sensazioni che virano dalla liquerizia, alla china, dal chiodo di garofano al tabacco sono tracce prevalenti che si ritrovano in diversi dei campioni proposti.

Sensazioni più sapide al palato sono invece nette e distinte nella prevalenza dei campioni che si riveleranno etnei. Nel complesso, un confronto davvero intrigante e con una selezione interessante, arrivando alla consapevolezza, che seppur con le giuste differenze ci troviamo davanti a due vitigni importanti e di personalità. Tra i dodici campioni in merito ai Barolo sono risultati davvero interessanti il Barolo Docg Ascheri Coste & Bricco 2015, connotato da un bel frutto scuro e espressivo, con tracce speziate di liquerizia e vaniglia bourbon, senza dubbio un vino da leggere in prospettiva; il Barolo Docg Rocche Rivera 2015 di Figli Luigi Oddero, connotato da una grande eleganza e personalità, dove la traccia floreale è esplicita, fresco, lungo e profondo al palato, anche questo un vino dalle mire prospettiche. Profumi floreali e materici per il Docg Barolo 2015 di Rinaldi dal sorso consistente, fresco e persistente di grande personalità e profondità al palato.


(ph Vincenzo Ganci)

Mentre tra gli etnei il Guardiola 2015 Etna Doc di Alta Mora, Cusumano si è distinto per un profilo olfattivo complesso e austero, con una bella acidità e sapidità al palato. Profilo elegante, componente minerale ferrosa, finezza e freschezza per il Rosso Archineri 2015 Etna Doc di Pietradolce. Deciso e polposo con una buona espressività il Rosso Riserva Zottorinoto 2015 Etna Doc di Cottanera. Un seminario dal grande coinvolgimento sensoriale, quello stesso coinvolgimento che attira e conquista il consumatore quando si trova a scegliere un vino che non conosce e che si lascia attrarre dall’etichetta, che come sottolineato anche da Auroflex, azienda specializzata in etichette e sponsor della manifestazione, è che sono un valido strumento pensato per creare emozione e predisporre il consumatore a una buona degustazione.

I vini degustati:

  • Doc Etna Rosso Contrada Santo Spirito 2015 – Palmento Costanzo
  • Doc Etna Rosso Guardiola 2015 – Alta Mora, Cusumano
  • Docg Barolo Liste 2015 – Borgogno
  • Doc Etna Rosso Archineri 2015 – Pietradolce
  • Docg Barolo Lazzarito 2015 – Casa E. di Mirafiore  
  • Docg Barolo Ascheri Coste & Bricco 2015 – Ascheri
  • Doc Etna Rosso Arcuria 2015 – Graci
  • Docg Barolo 2015 – Cascina Fontana
  • Docg Barolo Rocche Rivera 2015 – Figli Luigi Oddero
  • Contrada R 2015 – Passopisciaro
  • Doc Etna Rosso Riserva Zottorinoto 2015 – Cottanera
  • Docg Barolo 2015 – Rinaldi