Il pomodoro è re nella cucina siciliana, ma nonostante l’abbondanza di produzioni, molta di questa materia prima qui venduta, proviene da altre parti d’Italia o addirittura del mondo.
Tra le varietà più ricercate occupa un posto di privilegio il pomodoro Pachino Igp. Una tavola rotonda è stata appositamente allestita all’interno del Taormina Gourmet, dove la giornalista Francesca Landolina ha moderato gli interventi utili ad approfondire l’argomento. La parola, per primo, al Presidente del Consorzio di tutela, Salvatore Lentinello. Precisa innanzitutto che il consorzio nasce nel 2006, dopo l’ottenimento del marchio Igp, nel 2002. Continua indicando poi come il numero degli associati oggi supera i 100, mentre più di 26 sono i confezionatori/trasformatori. In questo momento, afferma Lentinello, “si sta puntando soprattutto alla tutela e l’organigramma sarà accresciuto dall'1 gennaio 2019 si avrà un esperto alla salute che si occuperà specificamente di tutela”. Tutela verso i produttori, per cui vengono effettuati controlli a tutte le aziende, per far sì che il disciplinare venga rispettato. Stesso vale per la vendita, i controlli dunque avvengono anche nei ristoranti, dove ci si accerta che il prodotto venduto sia quello realmente dichiarato.
Altro aspetto positivo, i volumi in fase di espansione. L’ottenimento poi dell’Igp anche per plum e mini plum inseriti come nuove varietà. Questo contribuisce anche a supportare la domanda, le principali marche della Gdo sono interessate ad averne nei propri banchi, per cui è facilmente reperirli in tutte le città d’Italia. Per far comprendere quali siano le proprietà del pomodorino interviene la nutrizionista Stefania Arfò. L’ubicazione geografica di Pachino, molto assolata e con presenza di acque salmastre, fa in modo che sia molto alta nel pomodoro la concentrazione del licopene, un potente antiossidante, sostiene la dott.ssa Arfò. Ma non è l’unica proprietà, la nutrizionista lo definisce come un cibo nutraceutico, proprio perché il consumo può aiutare nella prevenzione di malattie. Studi scientifici dimostrano che, al confronto con altri pomodorini, possiede maggiori concentrazione di vitamina c, flavonoidi, zuccheri e l’acido gaba, che riduce la pressione arteriosa e favorisce la digestione. Poi parola allo Chef Seby Sorbello, portando la questione nel piatto. Lo chef sostiene immediatamente che impiegare questo prodotto in cucina vuol dire vincere facile, tanto è buono. Oltre alla garanzia di qualità conferita dal consorzio di tutela, ci si affida al pomodoro di Pachino perché per uno chef è perfetta l’acidità, bilanciata con zuccheri già presenti. Però, ammonisce Seby Sorbello, quando lo si trasforma bisogna intervenire meno possibile, cuocendolo poco affinché mantenga inalterate le caratteristiche organolettiche. Un cuoco non attento alle cotture oggi non rispetta un prodotto né il lavoro di chi lo produce. Lo chef ha dunque una grande responsabilità.
Federica Genovese