Alla kermesse il vignaiolo più famose del Vulcano ha presentato il suo nuovo progetto
di Federico Latteri, Taormina
I Vini Umani è un progetto ideato da Salvo Foti e condiviso da diversi altri produttori che ha lo scopo di mettere in evidenza la centralità dell’uomo nel mondo del vino.
Le idee, il lavoro manuale, il rispetto del consumatore, della natura e del territorio sono tutti aspetti fortemente connessi con la componente umana. Non si vuole andare in antitesi con nessun'altra tendenza o tipologia, ma si cerca solo di mettere in risalto concetti precisi che esprimono il legame presente tra il vino e chi lo produce. “Il vino non è il mio lavoro, ma la mia vita – spiega Salvo Foti – La vite è la più umana delle piante, possiamo dire che ha avuto una co-evoluzione con l'uomo di 7000 anni”. Salvo insieme ad altri vignaioli ha spiegato l’esigenza di creare un gruppo che condividesse queste idee. Sono intervenuti Walter Massa, Salvatore D'Amico, Gianfranco Daino, Guglielmo Manenti ed Isabella Perugini, esperta di comunicazione che segue il progetto Vini Umani. Molto importante e significativa la creazione di un marchio nel quale sono raffigurate le mani, simbolo del lavoro dell’uomo. La conduzione di Daniela Scrobogna, responsabile della didattica per la Fondazione Italiana Sommelier, ha arricchito l’incontro con diverse osservazioni. E con un'analisi dei vini che ne ha evidenziato il carattere e lo stile, entrambi fortemente legati alla componente umana. C’è stata grande attenzione da parte del pubblico presente, interessato ad ascoltare ciò che nasce dall’esperienza e dalla sensibilità di chi lavora da anni con gli uomini tra le vigne.
Di seguito l’elenco dei vini in ordine di degustazione con alcune note descrittive
Lène 2015, Salvatore D’Amico – Da Malvasia delle Lipari (90%) e altre uve tradizionali (10%), coltivate sull'isola di Salina, nell'arcipelago delle Eolie. In parte affinato in acciaio e in parte maturato in botti di acacia. Offre un naso di buona intensità, con sentori di macchia mediterranea e lievi note mielate. In bocca è fresco, avvolgente, aromatico e spiccatamente salino.
Frappato 2016, Manenti – Da uve provenienti da contrada Bastonaca, tra Vittoria, Acate e Comiso. Affina in acciaio. All'olfatto è diretto e spontaneo, con frutta fresca e una nota ferrosa. Al palato è agile, snello, fresco, sapido e provvisto di ottima corrispondenza gusto-olfattiva.
Rosso 2016, I Vigneri – Da uve Nerello Mascalese, Nerello Cappucccio e Alicante. Naso delicato, di frutta rossa, arricchito da una nota terrosa. Il sorso è fresco, con tannini ben presenti, ma mai aggressivi.
Tenuta Ruvoli 2014, Salvatore D’Amico – Da Nerello Mascalese (50%), Nerello Cappuccio (40%), Corinto Nero e altre uve tradizionali (10%), matura in tonneau per circa 6 mesi. Profumi intensi di the verde, mirto e tamarindo precedono un sorso avvolgente ben articolato con tannini bene estratti.
Suber 2013, Daino – Da uve Nero d’Avola (50%), Alicante (30%) e Frappato (20%) coltivate nel territorio di Caltagirone, matura in botti da 225 e 500 litri per circa un anno. All'olfatto è pulito, con profumi di mora, amarena e una punta balsamica. In bocca è fresco, ampio, ricco e dotato di notevole persistenza.
Monleale 2010, Vigneti Massa – Da uve Barbera, matura in legno piccolo. E' profondo al naso con liquirizia su un sottofondo di fiori secchi. Al palato ha straordinaria energia che si esprime attraverso freschezza e tannini ben presenti che si succedono con ordine e dinamicità. Lungo.
Docg Barolo Cerretta 2011, Ettore Germano – Le uve provengono dal cru Cerretta del comune di Serralunga d'Alba. Matura 24 mesi in botti di rovere francese da 700 litri. All'olfatto è austero, con prugna, radice, terra bagnata e lievi sentori di rosa. Al palato è completo, con sapidità, note ematiche e ottima lunghezza.
Docg Barolo Prapò 2011, Ettore Germano – Da Prapò, un altro cru di Serralunga d'Alba, matura 24 mesi in botti di rovere da 20 ettolitri. Il naso è più intenso rispetto al Cerretta con la speziatura in evidenza. Il sorso è pieno, con arancia rossa e tannini avvolgenti. Evolverà ancora per molto tempo.
Doc Passito di Pantelleria 2008, Ferrandes – E' ricco e complesso all'olfatto, con frutta candita, miele, uvetta passa e una nota salmastra. Al palato è fresco, sapido, agrumato, equilibrato e provvisto di lunghissima persistenza.