(Gianni Paternò, Daniele Cernilli, Federico Latteri, Mauro Bertolli, Alessandra Piubello, Stephen Brook, Patricia Guy e Xie Li)
di Giorgio Romeo
“La prima volta che sono venuto qui in Sicilia era il 2003 ho trovato alcuni vini interessanti. Il panorama odierno è migliorato di molto. L’Etna è stato la rivoluzione, con oltre cento produttori, ma qui si trovano oggi davvero parecchi vini con personalità che meritano attenzione. Sono molto lieto di prendere parte a questo evento e ho molte aspettative sulla qualità di ciò che andremo a valutare”.
A parlare è il giornalista di Decanter Uk Stephen Brook, uno dei giurati impegnati nelle valutazioni del “Sicilian Wine Awards”, l’iniziativa organizzata da “Cronachedigusto.it” che premierà domenica 16 ottobre a “Taormina Gourmet” i migliori vini siciliani. A prendere parte alla commissione che ha fatto le degustazioni a “Feudo Vagliasindi”, un gruppo di esperti giunti da varie parti del mondo. Tra loro, oltre il già citato Brook troviamo Daniele Cernilli (Doctor Wine e Guida Essenziale ai Vini d'Italia), Patricia Guy, Alessandra Piubello (Guide de l’Espresso), Xie Li (Revue Du Vin de France Cina), Mauro Bertolli (Italia del Vino, Il Sole 24 Ore) assieme agli esperti di Cronache di Gusto Federico Latteri e Gianni Paternò.
“Spesso quando si parla di vino – spiega Cernilli – si pone particolare attenzione alle sue caratteristiche organolettiche, ma in realtà è altrettanto importante comprendere la storia di un territorio. Trent’anni fa la produzione vinicola di qualità in Sicilia era concentrata nella parte occidentale, oggi le proposte interessanti arrivano da varie parti dell’isola. Ciò è stato possibile grazie al lavoro di molti produttori che sono riusciti a superare alcuni scogli – ad esempio passare da una grande produzione di vino sfuso all’imbottigliato – e a confrontarsi con gli aspetti economici, interagendo con il credito agricolo: del resto prima di coltivare un vigneto bisogna valutare se ne valga la pena”.
Secondo Mauro Bertolli, a determinare l’exploit che l’isola ha avuto nel settore sono stati una serie di fattori. In primis la coltivazione di vitigni sia autoctoni sia internazionali, ma anche il fatto che vi abbiano investito sia gli imprenditori locali sia i forestieri. “Tutto questo – spiega – ha avuto delle ripercussioni importanti sulla qualità. Molte nuove generazioni, poi, hanno investito sulla formazione, pur senza tradire lo spirito dei loro padri”.
In uno scenario di questo tipo eventi come Taormina Gourmet diventano quindi il motore affinché queste realtà emergano oltre il confine regionale e nazionale. “Una delle cose davvero belle della Sicilia – conclude Bertolli – è il fatto che il prodotto di qualità si possa trovare ovunque, non soltanto nelle cantine famose. Eventi come questo, allora, diventano fondamentali, perché conducendo giornalisti e blogger sul territorio ne amplificano molto la diffusione. Si tratta di una semina, che -con un po’ di pazienza – porterà a un ottimo raccolto”.