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Taormina Gourmet 2016

Che tour dell’Italia con i vini di Cotarella: “Nessuno può scimmiottare il nostro Paese”

16 Ottobre 2016
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(Daniele Cernilli e Riccardo Cotarella)

A spasso per l’Italia con i grandi vini di Cotarella è una galoppata tra le regioni del Paese attraverso vini che sono oggi punti di riferimento nel panorama nazionale. La degustazione, introdotta dallo stesso enologo, Riccardo Cotarella, è guidata dal giornalista Daniele Cernilli.

Si inizia con un Grillo siciliano per passare alle Marche con un vino che ha aperto la strada sulle potenzialità del Verdicchio. Si sale in Puglia con un vitigno indigeno, l’Ottavianello per raccontare la trasversalità della regione. Poi a San Severo e ancora da Leone De Castris, l’azienda più antica del Salento. Si torna nelle Marche con la cantina Muròla costituita su circa 500 ettari nell’entroterra maceratese. Ci si sposta in Umbria con un Cabernet Franc, il Narnot di La Madeleine. E infine si degusta un vino che proviene da una selezione clonale di Aglianico del Cilento. “Questi vini sono testimoni della nostra terra e degni di rispetto a prescindere da chi produce: si tratti di un imprenditore, di un politico, di un giornalista. Nulla cambia. Non ghettizziamo per antipatia o simpatia.
Sono grandi vini. Questa è l’Italia e nessuno ce la può scimmiottare”, commenta Cotarella.

Ecco le note di degustazione:
Lalùci 2015 Cristo di Campobello: azienda nell’entroterra di Licata. “Nel vino c’è la nota selvatica e del frutto della passione. Profumo fine ed elegante. Buona acidità, succoso. Bella struttura e calore del Sud. Vino mediterraneo.

Vigna Novali Castelli di Jesi, Verdicchio Riserva 2013 – Moncaro: Colore paglia d’orato. Al naso note di mandorla, pistacchio, confetture di cotogne. Non si sente per nulla il legno. Ottima acidità. Buona evoluzione per un bianco di annata calda.

Otto 2014 Carvinea: Al naso fragoline selvatiche, ribes, sottobosco. Un vino mediterraneo che svela calore ma non appesantisce. Buona freschezza.

Terra di Lavoro 2014 Galardi: Una sintesi di Aglianico (90 per cento) e Piedirosso (10 per cento). Colore violaceo contrariamente a quanto ci si può aspettare da un Aglianico. Note floreali, di viola e di frutti di bosco. Il legno non si sente molto. In bocca tannini compatti, tipici dell’Aglianico.

Impavido Primitivo 2013 – Tenuta Coppadoro: Una zona atipica per il Primitivo. Molto colore e frutta sotto spirito al naso. Nota di tannino. Color rosso rubino, con l’invecchiamento si accentuano i dolci riflessi violacei; i profumi di spezie e frutti di bosco e il sapore pieno e armonico sono nobilitati ed equilibrati dal contatto con le barrique.

Per Lui Salice salentino, Riserva 2013 Negroamaro – Leone De Castris: In bocca esplosivo, non una grandissima acidità ma finale caldo e avvolgente. Un vino giorvane che deve aspettare ancora almeno 5 o 6 anni in bottiglia.

Teodoro 2012 – Muròla: Un interessante Montepulciano. Colore concentrato, rosso rubino intenso; profumi di amarena, pepe bianco e spezie vicine alla noce moscata. Al palato si rivela intenso e armonioso, complesso e di grande eleganza.

Nornot 2011 – La Madeleine: I caratteri tipici del Cabernet Franc, uniti al territorio di origine che contribuisce fortemente alla loro esaltazione, risultano altamente e chiaramente espressi. Colore intenso, profumo complesso al quale segue un gusto avvolgente con tannini decisi ma aggraziati.

Omaggio a Gillo Dorfles 2012 – San Salvatore: Alla vista è profondo, quasi impenetrabile. Note di tabacco liquirizia, cioccolata, creano la dorsale aromatica di questo vino, ed in aggiunta piccole sfumature di frutta matura, prugna e confettura di ciliegie. In bocca lungo e setoso, caldo con un tannino ramificato che pervade il palato per lungo tempo. Un vino comprensibile che può essere capito in ogni parte del mondo.

Francesca Landolina


ALCUNE IMMAGINI DELLA DEGUSTAZIONE