(Costantino Charrere e Federico Latteri – ph Vincenzo Ganci)
“Non chiamatemi produttore, per favore. Io sono un semplice vignaiolo”. Costantino Charrere a Taormina Gourmet porta la sua consueta modestia, accompagnata dai suoi grandi vini.
“Abbiamo previsto una verticale di Cuvée Bois, ma non potevo venire in Sicilia solo con lo Chardonnay”. E regala una sorpresa ai numerosi partecipanti della sua verticale, facendo assaggiate il Petit Arvine del 2012. Charrere, patron della cantina Les Cretes, racconta la vitivinicoltura eroica della Valle d’Aosta: “Una regione unica per tantissimi motivi – spiega Charrere – L amia azienda ha 20 ettari e 19 dipendenti, ossia un carico di lavoro, per ognuno di loro, di 1,3 ettari a operaio. Questo, più o meno dà la misura di cosa significhi coltivare le uve nella nostra regione, dove per ottenere 90 quintali di frutto, servono 1.200 ore di lavoro. In Australia ne occorrono solo 80, questo dà la misura delle cose”.
La famiglia di Charrere è arrivata in Valle d’Aosta nel 1750: “Io facevo l’insegante di educazione fisica e il maestro di sci – racconta Charrere – poi, alla morte di mio padre, mi sono reso conto che avevo il dovere di non far perdere questo patrimonio culturale che,s ei generazioni della mia famiglia, avevano portato fino ad oggi”. Una piccola produzione, ma i vigneti più estesi della Vale d’Aosta per Charrere, che si definisce curioso, “uno che ha sempre voglia di scoprire e studiare nuove cose”. Fa vini in legno, “ma non per moda – spiega Charrere – ma solo perché la mia formazione è quella, perché ho studiato in Borgogna con grandi produttori. E poi, io, diffido dai vini che sono sempre uguali”.
La verticale di Chardonnay, “ci serve – spiega Federico Latteri di Cronache di Gusto che ha condotto la masterclass – per capire cosa può trasmetterci questo vino e di come possa darci qualcosa del territorio valdostano”.
I VINI DEGUSTATI E QUALCHE NOTA
Les Cretes Cuvee Bois 2014 – naso intenso, complesso, sicuramente frutta bianca; al palato mantiene questa complessità
Les Cretes Cuvee Bois 2013 – al naso, note più calde, non differisce molto dal 2014. Meno complesso; al palato più potente, ma meno lungo
Les Cretes Cuvee Bois 2011 – note di confettura, sentori di crosta di pane, nitidezza e complessità di profumi
Les Cretes Cuvee Bois 2006 – al naso un vino di grande impatto, spettro aromatic cambia rispetto ai vini precedent, note floreali e più evolute; al palate mantiene la sua freschezza. Lunghissimo
Les Cretes Cuvee Bois 2004 – Al naso sentori di camomilla, elegante, al palate meno potente del 2006, ma incisive, fresco e lungo, emerge qualche nota dolce.
Les Cretes Cuvee Bois 1999 – giallo dorato pieno, naso intenso, complesso, fine, sentori di sottobosco, muschio e frutta secca.
G.V.
ALCUNE IMMAGINI DELLA VERTICALE