di Francesca Landolina
A condurre la verticale c’è Andrea Gori e con lui il giovane enologo Benedetto Alessandro, che fa parte della famiglia dei produttori dell’ormai famoso Kaid, diventato un vino-cult in pochissimo tempo.
L’azienda Alessandro di Camporeale, sorta nel 2000, è relativamente giovane anche se i suoi vigneti risalgono agli inizi del ‘900. Il viaggio degustativo conduce nel piccolo centro agricolo di Camporeale, nell’alto Belìce, in provincia di Palermo, alle falde delle colline che sovrastano la pianura di Mandranova, dove nasce l’azienda vitivinicola. Ma è di Kaid che si parla, quel vino che ha segnato la storia della cantina. Un Syrah che in questa zona di Sicilia, poco influenzata dal mare, trova la sua terra eletta, con escursioni termiche significative, e caratterizzata da terreni siccitosi e calcarei che trattengono l’acqua donando all’uva complessità ricchezza. Il Syrah è considerata del resto la varietà internazionale più “siciliana” che ci sia. Le sue origini non sono ben chiare e, addirittura, noti studiosi sono convinti che il nome del vitigno richiami la città di Siracusa. “Impiantato già nel 1989, si è adattato meravigliosamente alle condizioni pedoclimatiche di questo territorio”, afferma l’enologo.
Un vino travolgente e complesso, che riesce a coniugare alla perfezione esuberanza, morbidezza ed intensità straordinarie. “In esso c’è tutto il vantaggio della varietà, ossia quella nota speziata più concentrata rispetto ai profumi di frutta rossa”, afferma Gori. Una tipicità che dona al Kaid freschezza e piacevolezza.
Note di degustazione
2013. Non ancora in commercio. Al naso sentori di ribes nero e mirtillo. La componente speziata è già presente, seppur ancora giovane. Al palato fresco ed elegante, con qualche piccola nota verde ancora fuori posto, ma dovuta alla giovinezza di un vino che non ha raggiunto ancora il suo affinamento.
2012. Annata che ci fa presagire cosa sarà il 2013. Colore rosso rubino. Al naso note di frutti di bosco e speziate, sandalo menta, eucalipto. Le sensazioni balsamiche rendono il vino arioso e gradevole. Si avverte una lieve nota di affumicato, tipica del vitigno. Tannini aggraziati. Vellutato al palato e profondamente mediterraneo.
2010. Un’annata che si può considerare uno spartiacque per il Kaid per la minore presenza del legno (barrique di rovere), più decisiva negli anni passati caratterizzati da diversi mesi di affinamento. Al naso note di mora, amarena sotto spirito, ribes. Persistente al palato.
2007. Annata contrastata, caratterizzata da piogge frequenti. L’uva però è perfettamente integrata al legno e non è affatto sovrastata da esso. Al naso profumi di frutti rossi e speziati, di caffè tostato, rabarbaro, cuoio. Elegante e persistente al palato.
2004. Annata che ha subito un’evoluzione più accelerata. Forse stanca e un po’ a fine carriera, ma comunque intrisa delle note tipiche del Syrah, più spiccate quelle del sottobosco.
2002. Annata ancora piacevole al naso con note di rosmarino, macchia mediterranea e balsamiche. Il frutto è un po’ smagrito e al palato un po’ piatto. Riesce comunque a mantenere ancora una certa grazia
2001. Annata fresca ed equilibrata. Un anno in cui il legno andava per la maggiore. Se ne coglie la traccia, ma si dimostra con esso come sia fondamentale il buon frutto per un buon vino. Ancora bello il colore, rosso rubino cupo, al palato dolce ed elegante con un frutto che è perfettamente in grado di sostenere il legno.
ALCUNE IMMAGINI DELLA DEGUSTAZIONE