(Riccardo Cotarella – Ph Vincenzo Ganci)
di Francesca Landolina
A condurre la verticale di Montiano di Falesco, Daniele Cernilli e Riccardo Cotarella.
“Molti dicono che il Montiano sia la bandiera di Falesco – afferma Cotarella -. Non è proprio così. È piuttosto la mia bandiera ideologica; rappresenta quel faro che mi ha indicato la via da seguire. Le mie più grandi soddisfazioni le ho vissute proprio con vini come il Montiano, nato in uno di quei territori che comunemente non sono ritenuti vocati. Questa è la dimostrazione del fatto che un buon vino nasce dalla passione e dalla ricerca dell'uomo, che sa valorizzare la propria terra. Tutta la Falesco poi è frutto della spasmodica volontà della ricerca”.
Comincia così la degustazione di cinque belle annate del Montiano, prodotto di Falesco acclamato come uno dei grandi rossi italiani, da uve Merlot in purezza, elegante nei sapori, di particolare persistenza gustativa. Il viaggio tra le annate scelte mostra le sfaccettature climatiche che ne identificano il carattere. “I rossi sono figli delle uve e di un aspetto chiamato 'timing'. Di fronte all'imprevisto del clima è l'esperienza umana a fare la differenza”, afferma Cotarella. Prima delle note di degustazione, facciamo un breve passo indietro per raccontare Falesco. L'azienda nasce nel 1979, anno in cui i fratelli Cotarella fondano l'azienda vinicola a Montefiascone, nel Lazio, con l'obiettivo di recuperare gli antichi vitigni della zona. L'area in cui si estendono i vigneti è compresa tra il lago di Bolsena, nel Lazio, e la città di Orvieto in Umbria.
Nella zona di Montefiascone, i vigneti, su terreni sabbiosi e ricchi in lava, sono esposti ad un clima mite, con importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte. L'area di Montecchio è invece caratterizzata da terreni argillosi, calcarei, fertili e profondi, ricchi di ciottoli bianchi e microelementi. “In queste terre, a differenza di altre regioni, il Merlot può peccare di struttura, ma esprime senza dubbio una maggiore eleganza”, continua Cotarella. E l'aggettivo elegante ben si addice al vino degustato. Nato da un'attenzione rivolta dal 1990 ad un particolare clone di Merlot. Il vino di Cotarella finisce così nei bicchieri in sala, mostrando oltre all'eleganza, il prezioso patrimonio aromatico e la grande concentrazione e struttura. Nel complesso, presenta profumi a larghissimo spettro aromatico in cui si fondono deliziose note di vaniglia, piccoli frutti rossi, strati di confettura e prime complessità di spezie dolci. Al palato appare di completa aristocratica rotondità e morbidezza, tipica del Merlot, assai elegante nei sapori, di particolare godibilità e persistenza gustativa. Esplorando le cinque annate si scoprono però le peculiarità di un vino nobile e onesto, dalle sfumature che cambiano di anno in anno.
A seguire le note di degustazione con alcuni commenti di Daniele Cernilli.
- 2004. Annata caratterizzata da un ritardo di maturazione delle uve. Colore granato intenso. Al naso, il frutto rosso, odore di terra bagnata e sottobosco, si avvertono il fungo porcino e un accenno speziato, dovuto anche alla maturazione in barrique. Buona acidità e freschezza. Solo un accenno di rasposità tannica distintiva dell'annata. Ancora integro.
- 2005. Stagione non caldissima ma molto più equilibrata. Tra le migliori. Colore leggermente meno carico. Frutto più delineato. Tannini più diffusi ma meno incisivi. Di bella tessitura vellutata. Maggiore persistenza.
- 2007. Stagione più siccitosa. Si trovano profumi di frutta matura, quasi sfacciata. In bocca, stupisce per il fatto di non essere astringente. Saporito, alcolicità non indifferente. Bella anche l'acidità.
- 2008. Vino di bella acidità. Tannini quasi inesitenti. Dallo stile Bordolese. Elegante al palato.
- 2010. Annata fresca e positiva per il Merlot. Tannini appena accennati. Una delle migliori versioni secondo Cernilli. Prima annata con etichetta nuova.
- 2012. Annata calda, e caratterizzata dal sapore balsamico. Giovanile al naso. Speziatura intensa. Piacevole in bocca. Accattivante. Anche questo un po' bordolese. Pronto adesso ma si farà strada.
(Daniele Cernilli, Riccardo Cotarella e Fabrizio Carrera)
(Daniele Cernilli)