La cantina Ognissole di Canosa di Puglia in provincia di Barletta-Andria-Trani cambia proprietario.
Da Antonio Capaldo, infatti, è stata venduta a Luigi Lenoci, titolare della cantina Diomede che si trova ad un paio di chilometri proprio da Ognissole. A Lenoci, però, non va tutta la proprietà (che si compone di 70 ettari suddivisi in due tenute). Ma solo 36 ettari che si trovano a Canosa di Puglia e che ricadono nella Doc di Castel del Monte. Non è ancora noto, invece, l’acquirente dell’altra tenuta che si trova nell’area di Manduria. Dei 36 ettari, 27 sono già vitati. “La verità è che non sono riuscito a costruire l’azienda che avevo in testa, né a livello produttivo né a livello commerciale, fra l’altro in una regione che vive uno straordinario fermento – dice Antonio Capaldo, presidente di Feudi di San Gregorio a Cronache di Gusto – Mi sono accorto che stavamo distruggendo valore, giorno dopo giorno e ho deciso di interrompere il nostro percorso, anche considerando l’importanza delle altre iniziative che abbiamo lanciato negli ultimi anni. Non è mai facile prendere una decisione del genere, soprattutto dopo i tanti investimenti effettuati, ma è stata la cosa più giusta per noi: Feudi di San Gregorio, con i vini fermi e con le bollicine Dubl, Basilisco in Basilicata, Campo alle Comete a Bolgheri e Sirch in Friuli ci offrono oggi grandi opportunità di sviluppo. E se è vero che avere un’offerta più ampia premia, è anche vero che occorre focalizzarsi su territori e prodotti dove si riesce davvero, per un motivo o per un altro, a fare la differenza”. Il Gruppo Tenute Capaldo (che comprende Feudi di San Gregorio, DUBL, Campo alle Comete, Basilisco e Sirch) è un colosso da 450 ettari, 3,5 milioni di bottiglie, un fatturato da 27 milioni di euro con una quota export del 25 per cento.
Il nuovo proprietario della tenuta di Canosa, come detto, è Luigi Lenoci, titolare della cantina Diomede e in società con Francesco Liantonio con la cantina Oria in provincia di Brindisi. “Ci trovavamo proprio al confine con i vigneti di Capaldo e non potevamo farci sfuggire questa occasione – dice Lenoci – Creiamo così un importate polo produttivo. L’azienda di Capaldo, infatti, si unisce alla nostra, che dispone già di una cinquantina di ettari in cui produciamo circa un milione di bottiglie. Adesso abbiamo iniziato con la vendemmia e dall’anno prossimo saranno in vendita le bottiglie con il nostro marchio. Utilizziamo le uve autoctone, Nero di Troia e Primitivo in primis, concentrandoci sui rossi. Ma facciamo un po’ di tutto”. Non è stato reso noto l’ammontare dell’investimento.
C.d.G.