Si parte dall’1 gennaio 2022. Costo del contrassegno da un centesimo a un centesimo e venti di euro. L’assessore Scilla: una garanzia in più per il consumatore, maggiore valore al vino prodotto nell’Isola
di Salvo Butera
Dall’1 gennaio 2022 le bottiglie di vino Doc Sicilia avranno una fascetta serigrafata (con un numero seriale): l’obiettivo è quello di aumentare la garanzia di tracciabilità e di contrasto alla contraffazione del vino siciliano. Il Consorzio Doc Sicilia, infatti, ha aderito a questo ulteriore grado di sicurezza pur non essendo un obbligo per le Doc (lo è invece per le Docg). La gestione delle fascette, dagli ordinativi alle attività di magazzino fino alla distribuzione, sarà a cura dell’Irvo, che ha attivato una piattaforma informatica ad hoc per questo servizio, e che potrà avere da questo servizio un ritorno economico: le fascette, infatti, alle aziende costeranno ciascuna da 1 centesimo (0,01 euro) a 1,20 centesimi (0,012 euro) a seconda della tipologia. Calcolando che le bottiglie certificate Doc Sicilia nel 2022 potrebbero superare quota 100 milioni, si può desumere che l’Irvo potrà incassare una cifra tra un milione di euro e un milione e 200 mila euro. Una boccata di ossigeno per l’Istituto che fino a qualche tempo fa aveva i conti in rosso e che ora, come ha sottolineato il componente del Cda dell’Irvo, Dino Taschetta, “ha i conti in ordine e un personale che è sicuramente più motivato di come lo avevamo trovato”. L’istituto rappresenta, inoltre, l’unico ente pubblico regionale con la funzione di organismo di controllo riconosciuto da Accredia, ente nazionale per l’accreditamento, che si occupa del controllo e della certificazione, oltre che per Doc Sicilia, anche per Dop e Igp. Le aziende potranno ricevere direttamente in sede le fascette pagando i costi di trasporto oppure potranno ritirarle gratuitamente nelle sedi della ditta Randazzo, che si occuperà dello stoccaggio e distribuzione, che si trovano a Carini, Caltanissetta, Misterbianco, Giammoro-Pace del Mela.
Il nuovo sistema è stato presentato questa mattina a Palazzo d’Orleans a Palermo dall’assessore regionale all’Agricoltura, Toni Scilla, dal direttore dell’Irvo, Gaetano Aprile e dal presidente del Consorzio di Tutela vini Doc Sicilia, Antonio Rallo. “La certificazione del vino siciliano Doc è un passo avanti in termini di garanzia e sicurezza e deve avere la firma della nostra Regione – ha detto l’assessore Scilla – Con questo contrassegno, che accompagnerà ogni singola bottiglia, garantiamo la qualità a tutela del produttore e del consumatore. Il governo Musumeci ha fatto una scelta importante, rimettendo in moto l’Irvo e oggi abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti, a sottolineare il risultato del lavoro egregio fatto dal Consorzio, in piena sinergia con la visione del governo regionale e con il lavoro dell’istituto”. “La Doc Sicilia rappresenta – ha sottolineato il direttore dell’Irvo, Gaetano Aprile – quasi l’86% del prodotto imbottigliato certificato della Sicilia e ha 491 imbottigliatori di cui 96 fuori regione e 15 all’estero (Svizzera, Germania e Svezia): questi numeri rendono l’idea di come la gestione dei contrassegni rappresenti una sfida complessa che il nostro istituto è pronto ad affrontare. Per andare incontro alle esigenze del settore servirà non solo un numero elevato di fascette ma bisognerà garantire anche tempi rapidi nella distribuzione”. È curioso ricordare che la Doc Sicilia si può imbottigliare quindi anche fuori dalla Sicilia: in Italia, ma anche all’estero, precisamente in Svizzera, Germania e Svezia. Una possibilità data all’inizio ma che non è più possibile replicare: chi imbottiglia Doc Sicilia dall’inizio fuori dalla Sicilia può continuare a farlo ma non possono aggiungersi nuovi imbottigliatori fuori dall’Isola.
“La scelta del nostro Consorzio – ha evidenziato il presidente, Antonio Rallo – è un passaggio importante e completa un percorso che consentirà di tracciare tutte le fasi della vita delle nostre produzioni. Del resto, la continua crescita della produzione di bottiglie Doc Sicilia, vendute in Europa e nel mondo, se da un lato rappresenta un successo che premia il lavoro delle aziende vitivinicole dell’isola, dall’altro non deve esporre al rischio di contraffazioni i consumatori ed ad un conseguente danno economico e d’immagine i produttori. Siamo partiti con 12 milioni di bottiglie certificate e abbiamo ora superato 90 milioni di bottiglie e il 56% del vino Doc Sicilia viene esportato all’estero”.
La presentazione è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione sul lavoro dell’Irvo e sulla volontà di rilancio. In particolare, Taschetta ha evidenziato gli obiettivi di maggiore efficienza con “l’accelerazione dei processi di certificazione: al momento per certificare il vino Doc Sicilia servono 9,9 giorni lavorativi in media, siamo partiti da 12,6 ma l’obiettivo è di raggiungere i 7 giorni lavorativi. In futuro occorrerà puntare sugli altri servizi dell’Irvo come la ricerca e la promozione”.