Christian Marchesini sarebbe in pole position per la presidenza del Consorzio del Valpolicella.
Marchesini – veronese, 45enne, perito agrario – appartiene a una delle famiglie storiche della Valpolicella classica con 50 ettari di vigneto. Ha ricoperto la carica di presidente del Consorzio della Valpolicella nel triennio 2014/17. Domani l’assemblea dei soci procederà al rinnovo del consiglio di amministrazione del Consorzio della Valpolicella dopo un triennio di presidenza di Andrea Sartori. Verrà approvato anche il bilancio 2019. I consiglieri in scadenza sono Roberta Corrà (Giv), Umberto Pasqua (Pasqua Vigneti e Cantine), Marco Speri (Speri viticoltori) e Marcello Vaona (Cantina Novaia). Entro la settimana successiva il nuovo cda provvederà a designare il nuovo presidente.
Perché proprio Marchesini? Secondo alcuni addetti ai lavori vicini al Consorzio, serve un presidente con forte capacità di guida che possa terminare l’ottimo lavoro impostato da Sartori. Quest’ultimo ha governato il Consorzio in un periodo di eccezionale difficoltà, anche di tipo giudiziario: per esempio, ha tenuto le redini della vicenda che oppone il consorzio alle Famiglie dell’Amarone. Con due gradi di giudizio vinti: ora il verdetto finale è nelle mani della Cassazione. Sartori e il Cda uscente hanno inoltre fatto digerire ai soci un doppio taglio delle rese, una strizzata delle cernite e il blocco dei nuovi impianti. Sia pure dopo una forte espansione degli ettari e uno scivolone dell’export di Amarone. Oggi la febbre dell’Amarone è rientrata, ma è passata al Valpolicella: prezzi in caduta di circa il 30% nell’ultimo anno e un boom delle giacenze. Secondo gli osservatori, Marchesini avrebbe quel coraggio necessario per attenuare le divergenze tra gli stessi associati e le eterne due anime del consorzio: produttori privati e cooperative. Inoltre andrebbero adottate ulteriori misure per guidare produzione, giacenze e prezzi. E rimettere in carreggiata il Valpolicella.
Emanuele Scarci