Le Brassicacee sono una grande famiglia di piante erbacee ubiquitariamente presenti in tutto il mondo, comprese le regioni polari; ne fanno parte il cavolo cappuccio, i cavolini di Bruxelles, i broccoli, il cavolo verza, il cavolfiore rosso, il cavolo rapa e altri.
La varietà di nostro interesse oggi è il cavolo rapa o cavolo Trunzu di ACI, presidio Slow Food, una varietà di cavolo particolarmente semplice da riconoscere grazie alla sua parte edule, dove presenta delle striature violacee comune a molti ortaggi coltivati nella zona (luoghi limitrofi il vulcano Etna). Il curioso nome attribuitogli, deriva da un appellativo che i catanesi utilizzano in maniera scherzosa nei confronti degli abitanti di ACI.
La sua comparsa e presenza sui mercati locali risale alla prima metà del 900 e perdura fino agli anni 40, dove lascia spazio alle produzioni più redditizie; subito a ridosso del dopoguerra, a causa della migrazione e della diminuzione delle aree coltivabili, questa coltivazione si riduce a circa un ettaro nella zona del catanese, per spostarsi nel ragusano.
Oggi è una varietà molto ricercata e le produzioni intensive mettono a rischio le caratteristiche intrinseche di questo alimento, in quanto le brassicacee mostrano una straordinaria capacità di raccogliere e fissare nei propri tessuti i minerali presenti nel suolo, questo non esclude i metalli pesanti (cromo, piombo, arsenico, cadmio ecc) eventualmente presenti in terreni non idonei; questo dovrebbe spingerci ad assicurarci la provenienza di tali ortaggi, ed in questo la condotta è motivo di selezione e di scelta.
Le caratteristiche nutrizionali di questo alimento, lo rendono eccellente per chi vuole mantenersi in forma, in quanto il basso apporto calorico (solo 27 Kcal per 100g di prodotto!) ci permette un suo consumo frequente e quotidiano. Contribuisce efficacemente contro le ulcere gastro duodenali (grazie alla presenza del fattore U, ovvero glutammina) e apporta cospicue quantità di fibre (quindi ottimo potere saziante), minerali e vitamina C e B6, ma dato sicuramente più importante, è la sua azione preventiva nei confronti di alcune tipologie di tumori.
Questa sua azione sembra essere associata oltre che alla presenza di polifenoli, anche ai glucosinati, isotiocianati e gli indoli, sostanze fortemente termolabili che si degradano facilmente con la cottura. Il consiglio?
Cuocere il meno possibile questi ortaggi e con poca acqua!
Ma il cavolo Trunzu di ACI non finisce di sorprenderci infatti, in quanto appartenente alle Brasicacee, risulta efficace nell’aiutare il nostro organismo a combattere la cellulite estetica… ma di questo ne parleremo in prossimo articolo.
Intanto godetevi un ottimo ricetta a base di cavolo Trunzu di ACI
· pasta fresca
· cavolo Trunzu di Aci
· salsa di pomodoro fresco
· cacio ragusano grattugiato
· aglio
· olio extravergine d’oliva
· sale e pepe
Tagliate finemente il cavolo, (togliete solo le venature grosse), mettete il tutto in una pentola con poca d’acqua e fate bollire per 5 minuti. Una volta pronto scolatelo senza buttare via l’acqua di cottura.
In una padella saltate l’aglio con dell’olio extravergine di oliva , aggiungete il cavolo e la salsa di pomodoro già cotta, fate cuocere per 5 minuti, e amalgamate il tutto.
Nell’acqua di cottura del cavolo Trunzu, fate cuocere la pasta (aggiungete dell’acqua nel caso non dovesse bastare) e una volta cotta al dente, saltatela in padella con il condimento preparato. Correggete di sale e pepe e servite con una spolverata di cacio.
Buon appetito!
Andrea Busalacchi
Esperto in nutrizione
Docente di Integrazione nutrizionale presso le Università Bicocca di Milano, UniCt di Catania e il Comitato Olimpico Nazionale Italiano CONI