Ecco Fabio Baldassare, chef abruzzese. Le sue leccornie nel grattacielo WJC al Portello di Milano. Tratto da http://myslowburninglife.blogspot.com/> di Mauro Remondino
La sorpresa è che a Milano c’è un cuoco che farà sentire la sua voce in cucina. Tra i grandi.
Anche se per raggiungerlo bisogna fare i venti piani del grattacielo WJC al Portello. La vista è incredibile. Se capitate di sera sarete accompagnati dalle luci della città a trecentosessanta gradi, da San Siro al Duomo, mentre gustate le leccornie di Fabio Baldassarre (nella foto) e il suo affidabile staff.
Ci sono andato un po’ di corsa per il mio lavoro, ci voglio tornare per godermi tutto al rallenty perchè ne vale la pena. Avevo mancato due occasioni precedenti e adesso ho recuperato. I piatti che sono stati serviti erano impeccabili. Esteticamente e nella sostanza. Molto pesce per il momento, ma in autunno arriverà anche la carne, cacciagione, funghi, tartufi.
Fabio è abruzzese d’origine, ha lavorato con Heinz Beck alla Pergola, a Roma, una altro ultimo piano di successo. Ma dico io Baldassarre è unico come il nome del suo ristorante. Accanto alla perfezione quasi esasperata dello chef tedesco associa quel senso di generosità gastronomica da italiano e da abruzzese. Il sevice, un germoglio di pisello particolarmente gustoso, accostato al maccarello, pesce azzurro, appoggiato su anguria, con sale, olio extravergine e lime si è rivelato un boccone da re. Non soltanto di figura, ma nella concretezza della sostanza.
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